LINGUA FRANCA

una base teorica per la giornata di studio.

Il 1 maggio alle ore 15 presso il Teatro delle Moline di Bologna verrà
presentata la giornata di studio dal titolo Lingua franca con la partecipazione
di Cesare Lievi, Claudio Meldolesi, Cristina Piccino, Isabella Bordoni,
Roberto Paci Dalò, Oreste Zevola.





DEL TRADURRE



impedimento

infrazione

tradimento

tradizione




mettere in scena o mettere in onda un testo significa sottoporlo all'incontro con dell'altro, dunque alterarlo. Nell'incontro con altro che è suono, luce, attore, il testo non è inalterabile, gli stessi respiri e le pause lo modificano, la messa a fuoco di un punto è scelta di senso. La traduzione è uno di questi incontri.
Partizione delle voci.
Peter Brook dice che lo spazio della rappresentazione è il tra, teatro è ciò che avviene tra lo spettatore e l'attore, con tra intende il momento importante della definizione.
Carmelo Bene dice che è proprio quel tra che deve saltare perchè si tratta piuttosto di un dentro che parla ad un altro dentro.
Salta il tra perchè salta la mediazione.
Eppure c'è un tra che è quello posto nel luogo più o meno mediano da una parte il tra potenziale ma già apparente, dall'altra il tra esploso.
Marc-Alain Ouaknin cita Rabbi Nahmann da Breslav che dicendo 'sono cresciuto tra i maestri' intende proprio per tra lo spazio che sta in mezzo, lasciato vuoto. Lo spazio dell'interpretazione. Del commento.
Intendere il teatro, la scena, come qualcosa di non stabile, e così intendere il testo nel luogo della scena.


PARTIZIONE DELLE VOCI

Nei parziali che si compongono, qualcosa si perde, si perde l'unilateralità di una lingua, la sua supposta egemonia, la sua centralità, e con questa il suo clichè, o meglio si stralcia il clichè unico, se ne introducono altri, quindi altre forme linguistiche , altre ideologie.

Quanto più è prodigioso attacca la consapevolezza del presente

corto circuito

corpo termine del desiderio

desiderio finito corpo finito

il desiderio termina nel corpo

e il margine del dubbio, e la propria infinitezza?

riflettere sui luoghi comuni, quando si dice di messa in relazione di parola poetica e prosa filosofica, si dice qualcosa di superficiale, come se la poesia non fosse già da sempre anche forma e linguaggio del pensare.
Nel momento in cui si ribadisce la necessità di un'unione o di un'incontro, si sottindendono quelle forme divise.



LE PAROLE SONO SIMBOLI CHE POSTULANO UN RICORDO CONDIVISO

Borges

patologia del sordomuto

NELLA LINGUA LA NOSTRA IDENTITA' INALIENABILE

Agamben




DEI MEDIA


Si guarda con interesse, quale fenomeno del divenire, allo sviluppo dei media che modificano in termini sempre più radicali, le manifestazioni dell'essere, intese come epifanie dell'agire e del prendere forma, ma soprattutto come maniera del pensare. Interesse inevitabile per chi pensa e opera un percorso artistico, - arte estesa, arte applicata - nella consapevolezza di un universo in movimento. Si ha, al riguardo, un'attenzione tuttavia non totalizzante e non esclusiva, perchè il media, il network... non sono in sè autosufficienti ne' risolutivi. Si crede che la loro potenza anche sovversiva, sia nel non essere unidirezionali, ma esattamente nell'occupare il luogo indefinibile e influente del tra, dell'attraverso. E' interessante riconoscere nella parola media, il fondamento della sua funzione ossia dell'essere dialettico in presenza di almeno due punti, siano essi un prima e un dopo o siano un qua e un là, comunque nel mettere questi in relazione dinamica, reciprocamente influente. In un momento in cui la città diventa digitale, lo spazio è spazio telematico, dove i parametri di riferimento sensoriali ( esperienza del vicino e del lontano, esperienza della velocità, esperienza del sè e dell'altro da sè/interno ed esterno ) si fanno incorporei, è importante per noi - generazioni di mezzo nell'utilizzo dei mezzi - non congedarsi dalla memoria. E' parte del lavoro creare cesure e suture, tagli e collegamenti tra forme apparentemente lontane, per conoscere nella particolarità di ognuna, una parte di un tutto che si vorrebbe riconoscere ancora e sempre, come parziale. E' importante lavorare sui processi della percezione, soprattutto in un momento in cui tutto sembra possibile, qualsiasi luogo raggiungibile da ovunque, spazio digitale senza frontiere o bandiere ... mettere in circuito parole antiche come apparenza, soglia e fondare nell'incontro tra l'assolutamente nuovo e l'assolutamente noto, una propria cifra, un proprio alfabeto. Quindi agire in progetti telematici dove le diverse, plurali risorse e tensioni si incontrano, per dare luogo e tempo alla metamorfosi di un'idea.




LINGUA MADRE un intervento all'interno del simposio Zeitgleich, Hall i. Tirol, giugno 1994

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