BREVI DA OZ




A PROPOSITO DEL TESTO

1. (pre)testo. Microtesti strutturabili all'infinito dove è possibile la partenza da materiali minimi.
2. messinscena. Collocazione delle parole nello spazio fino a creare 'situazioni sceniche' o racconti brevi secondo rapporti stabili naturalmente.
3. (post)testo.Versione finale dello script. Una riflessione sul concetto di ipertesto. L'apporto dell'interprete per la concatenazione degli eventi.


BREVI DAL MAGO DI OZ

La fantasia è estremamente pericolosa perchè non argina e non qualifica.
Quello che si deve obbligatoriamente fare, entrando nella città di OZ, è indossare un paio di occhiali verdi che un guardiano fermerà con un lucchetto.
Filtro per osservare e dunque per stare nella realtà, gli occhiali ne falsificano il colore e la prospettiva, dunque rivestono il reale con il sogno, un sogno ingenuo e condiviso, soddisfano un bisogno sempre noto, di proteggersi dentro ad uno spazio/tempo circoscritto e concluso.
Quello che si incontra, entrando nella città di OZ, è la compiacenza dei suoi abitanti per la magnificenza e lo splendore del luogo, è l'incompetenza da parte del mago a gestire un'autorità che è frutto di un inganno, è la sua nostalgia per la mancanza di quella.
OZ è un castello di carte che solo il desiderio di volerlo così lo ha fatto tale, vivibile per chi lo vive perchè così lo vuole, OZ è invivibile per chi ha il ricordo e la nostalgia di qualcosa di diverso da un sogno: di una casa.
OZ è luogo fantastico a misura, pareva, dei desideri, dei sogni, dei bambini, dove i bambini però non vogliono stare.
Non c'è un linguaggio per distinguersi in OZ perchè OZ non è comunità, non c'è conflitto, non c'è intesa.
Proviamo a precipitare in un luogo che scardina i nostri sistemi di riferimento, luogo per noi immaginario e dunque immaginato, possiamo esserne non più che visitatori consapevoli di stare commettendo degli errori: quello del ricordo, quello della nostalgia e della stessa nostra parziale testimonianza.






- Come posso arrivare fin là?

- Devi andare a piedi, attraverso un paese a volte bellissimo, a volte oscuro e terribile. Ma io farò uso di tutte le magie che conosco per tenerti fuori dai pericoli.

- Non vuoi venire con me?

- No, non posso. La strada per giungere alla Città degli Smeraldi è pavimentata di mattoni gialli, così non puoi sbagliare.



- Raccontami una storia.

- La mia vita è così breve che in verità io non so nulla. Sono stato fabbricato soltanto ieri. Quanto è accaduto nel mondo prima di quel momento mi è completamente sconosciuto.



Ormai la strada non era più fiancheggiata dagli steccati dipinti di turchino, e il paese era brullo e desolato. Verso sera raggiunsero una grande foresta dagli alberi così folti che incurvavano i rami sul giallo lastricato della strada.

- Quanto ci vorrà ancora per uscire da qui?

- Se questa strada porta dentro al bosco, dovrà anche portarci fuori.


La foresta si faceva sempre più intricata ed appariva oscura e tenebrosa,
poi gli alberi cominciarono a farsi più radi man mano che proseguivano e,
nel pomeriggio, giunsero improvvisamente sulla riva di un largo fiume che
scorreva rapido. Al di là del fiume si scorgeva la strada di mattoni
gialli snodarsi attraverso i prati e tutta la strada era costeggiata da alberi
carichi dei frutti più squisiti.
Adesso la strada era liscia e ben lastricata e il paesaggio tutt'intorno veramente bellissimo, si lasciavano alle spalle il bosco con tutti i pericoli che avevano dovuto affrontare nella sua oscurità.
Ora la strada era nuovamente fiancheggiata da steccati, ma questi erano dipinti di verde, le case dipinte di verde, man mano che procedevano, il bagliore verde si faceva più intenso e già tutti si ritenevano sicuri di essere alla fine del loro lungo viaggio, di fronte a loro, proprio dove terminava la strada di mattoni gialli, c'era un cancello altissimo tutto incastonato di smeraldi.
Accanto al cancello c'era un campanello, poi la grande porta si spalancò lentamente e tutti passarono. Allora si trovarono in una stanza dal soffitto a volta, le cui pareti scintilavano di smeraldi.

Se Questa Strada Porta Dentro Al Bosco

Dovrà Anche Portarci Fuori.

Qua Star Stesa,

Rosa Dentro Da Un Topo,

Che Varcar Il Bordo Ci Profeta;

Qua Ci Fa Prova Stare,

Stesa Rosa,

Dentro Al Bordo D' Un Torpor Che Taci.

apri le ali, ora,
trattieni il fiato, ora
sei
nel corridoio che va dalla camera al bagno.
disvela i doppifondi dell'anima
ma non chiedere né buio né luce
ti sia sufficente lo
sguardo.
Sfonda lo spazio che resta:
tra lì e non-lì
solo questa trasparenza.








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