Giardini Pensili, festa ballabile dedicata all'universo dei sensi

di Giorgio Cantoni


Si è conclusa la rassegna "Gli spazi del teatro" all'interno di "Udine d'estate", con TRANCE BAKXAI, un evento festa, una performance di lunga durata con musica dal vivo e videoproiezioni, dalle undici di sera fino all'alba. Nello spazio del teatro capannone, una specie di hangar nella periferia udinese, il gruppo teatrale riminese a composizione modulare "Giardini Pensili", già stimato per le partecipazioni a festival dell'avanguardia europea e statunitense (da Ars Electronica di Linz a Post di San Francisco) ha allestito questa festa ballabile dedicata ai sensi. Il testo motore e guida sono "le Baccanti" di Euripide che rimane come ispirazione classica, per una rielaborazione contemporanea nei testi di Isabella Bordoni basati su aspetti fonetici ed essenze linguistiche diverse, dal greco al tedesco al friulano. Nel flusso ininterrotto formano delle cellule compositive ritmiche e suggestive, combinandosi con la musica trance elettronica eseguita dal vivo da Roberto Paci Dalò - il secondo nucleo creativo del gruppo - e da altri sei musicisti (Rupert Huber, coautore, e Sam Auinger ai campionatori, Guglielmo Pagnozzi al sax, Hannes Strobl al basso, Dr.Witz e le immagini di Oreste Zevola). Il risultato sta al limite fra il rave party e la performance teatrale, con il pubblico a far parte integrante della scena, in uno spazio dilatato nel tempo che permette accessi differenziati a più livelli di sensorialità e coinvolgimento, dal semplice divertimento alla trance estatica. Immagini digitali preregistrate e proiettate in tempo reale assieme a riprese con microcamere a infrarossi fra il pubblico, e un corpo di una trentina di interpreti, impegnati precedentemente per una settimana nel laboratorio sulle "Baccanti" che, realizzano delle azioni di tensione e di tregua all'interno dell'evento, il tutto per dare luogo a un continuum fatto di materiali testuali e musicali, di luci e di suoni, di moderno e di arcaico che creano un coinvolgimento del tutto particolare sia rispetto al "teatro" che all'intrattenimento "dance". Da eventi come questo si intravedono le possibilità di evoluzione futura nella fruizione degli spettacoli dove gli attori si trasfigurano con il tramite della tecnologia e con la partecipazione attiva del pubblico, nel ruolo di sciamani, colmando così un'esigenza latente di compensazione dalla passività in un rito contemporaneo congiunto all'immaginario arcaico e collettivo, riproponendo nelle "rappresentazioni pubbliche" una funzione catartica e simbolica. Viva la trance! (netline: www.giardini.sm)

Giorgio Cantoni, Il Piccolo, 12 agosto 1997