BLUE STORIES

La sceneggiatura in-progress basata su Libro del deserto di Ingeborg Bachmann
The in-progress screenplay based on Ingeborg Bachmann's The Book of Desert


BLUE STORIES


SCENA 1.
Interno giorno.

Vasca piena d'acqua. Movimento appena accennato. Testa vuota. Acqua, aria, occhi, vasca. Forse piscina. Non ricorda pił niente


SCENA 2.
Interno notte.

L'acqua è importante e il ricordo che laggiù c'era qualcosa, per alcuni millenni, che c'eravamo anche noi laggiù, per alcuni giorni. Gli immensi sciami di moscerini che si nebulizzano in occhi, naso e bocca, quelli andranno via. Con braccia possenti il Nilo trascinerà giù tutto, lo prenderà dentro di sé, lo distruggerà, lentamente, e io vorrei sporgermi ancora una volta dalla barca assieme ai bambini e con pari destrezza attingere l'acqua con la mano, e berla, un'acqua più buona di tutte le acque del mondo.


SCENA 3.
Esterno giorno.

Accoglimi, deserto. Accogli l'ombra nera che si addentra smarrita in te, nella distesa di dune, questa piccola ombra che ha divorato di nuovo la sua pillola, che divora anche te con gli occhi, la tua maniera di essere e di non essere, la tua sabbia illuminata, dove si consuma il caos di questa follia.La saliva basta appena a inghiottire i cinque millimetri di diametro, poi la gola è secca. Si è prevenuta una profezia, le profezie vengono dal deserto.

 

SCENA 4.
Esterno giorno.

VOCE F.C.
Temono il deserto, lo temono tutti quanti. SOno nel deserto e fanno come se non fosse il deserto, come se non fosse niente. Mai stato niente, non è niente, non sarà niente. Sono fuggita. Allora sono andata nel deserto.



SCENA 5.

Interno giorno.

Allora sono andata nel deserto. La luce si è rovesciata sopra di me, il vomito del cielo, comprensibile, un odore chiaro e caldo.


SCENA 6.

Esterno giorno.

Il viaggio in corriera dura nove ore. Alla stazione militare di Hurghada, ancora niente in vista, ci sono acqua, narghilè, i trenta uomini in un accogliente spazio senza qui né altrove, sedie, tavoli, caffè, i trenta uomini escono di nuovo, fanno la coda nel lungo corridoio, sei ore prima erano fermi nel deserto, a venti metri dalla corrieran pensierosi, con le facce rivolte al deserto, trafficando imperturbabili con le loro djellaba o con i pigiami.

Non si può pensare, non si può pensare niente prima di essere stati nel deserto.


SCENA 7.

Esterno notte

VOCE F.C.
Der Tod wird kommen