5 novembre, Roberto Lucanero | opening
Mesostic di John Cage per Roberto Paci Dalò: in two worlDs roberto Artista visivo, compositore/musicista e regista, Roberto Paci Dalò (http://robertopacidalo.com) presenta nei tre piani di Marsèlleria, Time Line, una mostra retrospettiva – arricchita da alcuni lavori inediti – nella quale disegni, suoni, sculture, video, sono allestiti in modo tale da creare un'opera complessiva, “totale”, intimamente legata alla tipologia del luogo che la ospita. Attraverso luce, proiezione e suono gli spazi di Marsèlleria sono collegati tra loro, per creare un unico grande ambiente immersivo. A partire da pagine manoscritte, la mostra si presenta come un campo elettrico. Un luogo attivato dalla storia e dalle persone. Una stazione ricetrasmittente, un dispositivo che crea vibrazioni, lampi, bagliori, ombre, cadute, mancamenti tra interno e esterno. Uno stato sospeso dove si incontrano più tempi (una time line multipla, insomma). Roberto Paci Dalò, attivo da anni sulla scena internazionale, realizza il suo lavoro a partire da suono e disegno, espandendoli in scultura, installazione, musica, film, performance e progetti collaborativi, muovendosi tra istituzione, scena indipendente e pop culture. Arte, scienza e natura sono le parole chiave del suo lavoro. Pioniere nell’utilizzo di Internet e nell’integrazione tra tecnologie analogiche e digitali, queste le sue aree di lavoro: radiofonia, reti telematiche, persistenza della tradizione classica nel contemporaneo, psicoacustica, robotica, cibernetica, interazione uomo-macchina, elaborazione in tempo reale di immagine e suono, soundscape (paesaggi sonori e ritratti acustici di città), cartografia. Per definire il proprio lavoro Paci Dalò ha coniato le definizioni: drammaturgia dei media e teatro dell’ascolto. Frequentemente realizza le proprie opere in più campi di intervento, approfondendo aspetti percettivi diversi dello stesso materiale. È così che opere sceniche e musicali diventano sovente pezzi radiofonici o installazioni interattive suono/video e progetti online. Insieme a spazi consueti (gallerie, musei, teatri...) la pratica del site-specific è una delle caratteristiche più importanti del suo lavoro: abitare i luoghi per trasformarli, spesso insieme a coloro che li vivono (compresi i fantasmi nelle ghost town). Il rapporto con le persone è quindi importante per creare relazioni che – sebbene scatenate dal fare artistico – lo possano anche trascendere attivando collaborazione e partecipazione su più livelli. Tra i suoi riferimenti geografici alcune aree del mondo (e le loro culture) quali Armenia e Georgia (Transcaucasia in generale), Mitteleuropa, deserti del Nord America, Gerusalemme. La frequentazione sistematica di luoghi di culto (in particolare chiese armene, ortodosse cristiane, sinagoghe e moschee) fa parte della sua pratica, mentre un rapporto particolare con l'universo ebraico fa da contrappunto continuo al suo lavoro. Time Line è dedicato a John Cage del quale è in mostra un mesostic dedicato a Paci Dalò e mai presentato pubblicamente. La mostra è accompagnata da un testo critico di Andrea Lissoni. Roberto Paci Dalò ha presentato i propri lavori, oltre che in spazi canonici (Kunsthalle Vienna, Biennale di Venezia, Ars Electronica Linz, Opera di Vienna ecc.), anche in insoliti luoghi quali: la spiaggia adriatica, con quindici chilometri di diffusione sonora (Publiphono); la Certosa di San Martino, una delle più importanti chiese del barocco napoletano (L'assedio delle ceneri); un edificio di archeologia industriale a Graz (il rave Trance Bakxai); una ex loggia massonica canadese (Western Front Vancouver, Local & Long Distance); un teatro d'opera di Rimini, chiuso dal 1943 e riaperto per due notti soltanto (De bello Gallico); carri armati e mezzi corazzati della seconda guerra mondiale (Deutsch-Russisches Museum Berlin-Karlshorst, Schwarzes Licht); un'icona dell'architettura del Ventennio (Palazzo della Civiltà del lavoro Roma-EUR, Metamorfosi); web (creazione nel 1995 di Radio Lada, una delle prime web radio). Ha recentemente realizzato Ye Shanghai, una performance musicale-visuale creata per SH Contemporary 2012 e prodotta da Davide Quadrio, in collaborazione con Francesca Girelli (Arthub Asia), in un enorme edificio donato dall'Unione Sovietica alla Cina nel 1955; e il progetto Kol bpm (insieme a Delilah Gutman) per il Verucchio Festival, curato da Ludovico Einaudi. È in preparazione (dicembre 2012) una sua mostra personale, LUFTKRIEG, presso la Galerie Mario Mazzoli a Berlino. Per la durata di tutto il 2012 Roberto Paci Dalò ha ideato, con Andrea Felli e Leonardo Sonnoli, Everydayjohncage, un progetto quotidiano dedicato a John Cage. Dal 1° gennaio al 31 dicembre 2012 un sistema virale distribuisce quotidianamente nello spazio pubblico della città di Rimini e in luoghi privati frammenti e materiali legati a John Cage. Un quotidiano (Corriere Romagna) pubblica ogni mattina per tutto l’anno una frase di John Cage, un’emittente radiofonica (Radio Icaro) manda in onda ogni giorno uno spot audio. Ogni giorno vengono pubblicate online frasi e materiali di Cage e nel corso dell’anno accadono una serie di progetti che lavorano proprio sulla penetrazione virale di Cage in città. Performance dal vivo sono presentate anche in altre città. Marsèlleria, spazio milanese aperto a diverse forme espressive: "piattaforma creativa dedicate a persone accomunate dalla voglia di esprimersi". A Milano, in zona Porta Vittoria, si presenta come un ambiente libero da codici stabiliti, compatibile con i più diversi ambiti di intervento. www.marselleria.org Federica Cimatti | +39 02 67077082 | +39 333 4346146 | f.cimatti@altofragile.it Giulia Mainetti | +39 02 36522680 | +39 347 0557639 | g.mainetti@altofragile.it Testo critico di Andrea Lissoni La ricerca artistica di Roberto Paci Dalò è talmente densa, stratificata e mai davvero ripetitiva che disseminarla senza nessun ordine gerarchico né soprattutto cronologico, è forse l'unico modo possibile di presentarla. Ecco perché Time Line è un titolo impeccabile: riflette il pensiero compositivo di un percorso antologico in uno spazio articolato come Marsèlleria, ma rappresenta anche un ottimo modello di fruizione. È un viaggio nel corso del tempo di Roberto Paci Dalò ed è il miglior modo possibile di guardare e ascoltare la sua stessa mostra. Per lui è un principio ordinatore (forse anche l'architettura per una memoria futura), per noi è un suggerimento indispensabile: quel che conta è quel che si prende, senza l'obbligo di dovere prendere tutto forzatamente; suoni e immagini circolano liberi nello spazio, e sono destinati prima o poi a riaffiorare. C'è un aspetto formidabile ma anche perverso per un artista che sceglie di lavorare soprattutto con il suono: sta nel conoscere bene il fatto che probabilmente il pubblico porterà via con sé solo una parte del tutto. Qualcosa che risuonerà come un'impressione, come il ricordo di una sensazione. Anche se dovesse irrompere l'emozione infatti, l'ascolto sarà comunque parziale e completamente soggettivo, assolutamente irriproducibile nella sua interezza, e nulla sarà in nessun modo registrabile (o fotografabile). Roberto Paci Dalò lo sa molto bene e giustamente estende questa condizione percettiva alla totalità del suo lavoro. Non a caso, si rifiuta di presentare i propri video in monitor: le loro cornici rischierebbero di rinchiudere qualcosa che è per natura evanescente e destinato a vagare libero, tanto nello spazio fisico quanto in quello mentale. Così in Time Line troviamo disegni – che precedono opere che forse avranno luogo – libri, sculture, installazioni, video, ma una sola grande figura che comprende e raccoglie un dispiego di mezzi e di linguaggi apparentemente disparati: la radio. La radio è probabilmente la grande ossessione di Roberto Paci Dalò. È il medium che frequenta da sempre e con maggiore continuità, ed è sia distribuito fisicamente sia evocato ovunque nello spazio della mostra. Ma nel tempo – il tempo di una biografia artistica, e il tempo del pubblico che la incontra sotto forma di opere – avviene tutto un altro gioco. Nel tempo il palinsesto è aperto e infinito, e soggetto a qualsiasi ipotesi o modalità di ascolto e di interpretazione. Molto probabilmente nell'atmosfera girano ancora i clangori, i rumori, le voci e i suoni di tutto ciò e di tutti coloro che ci hanno preceduto: eventi, uomini, animali. Girano, riverberano e rimbalzano come eco, anche se ci manca ancora il modo di catturarli tutti. E forse un modo non ci sarà mai. Ma se l'atmosfera è il museo della memoria – di tutta la memoria del mondo – allora una radio è l'unico strumento che potrà mai consentirci di farlo.Roberto Paci Dalò dà vita a composizioni di suoni e di immagini. Che siano flussi di coscienza, visioni, narrazioni o pulviscolo in sospensione di mondi possibili, c'è una cosa che li può eventualmente accomunare tutti: sono irradiati, diffusi, trasmessi. E inevitabilmente destinati a percorrere l'etere per l'eternità. Andrea Lissoni
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