SHPIL home | Download RealAudio Player | Tuning your radio | Mail | 27 July 1996, 23.00 - 24.00 CET




Shpil. You see those faces... looking to the photographer,
waiting for a sign.
Each of them has a voice, a sound.
Discover it clicking on them.

*

Se fuori ... qui aspetta... mi ... ma non è questo che temo. Ho salutato il giovane libanese alla svolta precedente di questa vita, lì, issate su arazzi, c'erano mediocri ballerine a fare cerchio intorno a noi che coltivavamo il vivaio delle nostre illusioni mentre con fili di rafia ne facevamo trecce e nodi e tessiture. Nell'intreccio dei fili erano i destini che si incrociavano talvolta ... E' lì che ho visto i.sioni cadere per sempre guardandomi spalancare la bocca nell'estasi idiota di un bacio. Vedere l'automobile nera con quella donna aspettare dentro è stato un grosso colpo per me. Sul finestrino anche se ero lontana la mia immagine vi era impressa più che in un riflesso; ho temuto di cedere all'incredulità ma non è accaduto, ho risolto in un attimo la mia relazione infelice con il tempo modellando il mio viso a somiglianza di lei scolpendovi i segni della mezza età. Sono qui, appoggio le mani destra e sinistra sul tavolo di questa stanza, da qui la figura di lui quasi si confonde con le ombre che entrano dalla finestra ma lui non si muove, ma lui non parla ancora. Da qui sento il passaggio raro delle auto minacciarmi con la speranza. Torno al mio mestiere che è quello di lasciare le ombre ai muri, i fili di rafia alle illusioni, i corpi alla corsa, la realtà al riposo. Su per le scale in ferro che mi hanno portata qui dentro, avevo già sparso le pietruzze per il ritorno. Lei si chiamava Simone e si può essere certi che non fece i nomi e che non parlò.


© 1996 Bordoni & Paci Dalò