Terra di nessuno è l'esperienza del disorientamento e della perdita.
Terra di nessuno si approssima ad un luogo, un tempo, una condizione che sono
quelli dell'instabilità e dell'impermanenza. Il territorio del frammento, della parzialità, dell'infanzia.
Alla voce dal vivo, si sovrappongono nell'ambiente acustico attorno al pubblico,
altre voci e altri suoni in parte provenienti da paesaggi acustici di città.
La tecnologia digitale e l'utilizzo di sistemi di computer interattivi permettono
una complessitaà acustica necessaria per approfondire la drammaturgia del lavoro.
Il suono restituisce una tridimensionalità a un lavoro essenzialmente
bidimensionale e pittorico.
Il testo si sviluppa tra scrittura poetica e filosofica, in un rinvio di reciproche
ammissioni di resa, dove corpo e voce si alternano per tensione e tregua.
Terra di nessuno guarda all'opera di Walter Benjamin in special modo è preso in
considerazione il suo monumento al frammento "Das Passagen-Werk".
La sua struttura più intima è quella di un campo di macerie così come si
presenta agli occhi del superstite che, ferito, si risveglia all'indomani di una
battaglia o di un catastrofico bombardamento. Il campo di macerie è quello della
cultura europea: e' questo il sogno da cui, contro ogni finzione storicistica di
continuitaà, dobbiamo destarci. Ma, contro ogni tentativo di evasione, questo è
anche l'unico luogo in cui possiamo svegliarci.
Terra di nessuno è stato realizzato all'interno del progetto del Disorientamento
(1992-1995) a cura di Giorgio Agamben, Isabella Bordoni, Guido Guidi, Roberto Paci Dalò
In occasione del debutto, nel marzo 1993 presso il Teatro Furio Camillo di Roma,
è stato organizzato un convegno dal titolo
del Disorientamento: attraverso
le terre di nessuno del corpo e della voce
che ha visto l'adesione di Giorgio
Agamben, Lorenzo Mango, Carlo Sini, Roberto Paci Dalò, Isabella Bordoni,
Claudio Meldolesi, Corrado Bologna, Marcello Sambati, Pinotto Fava, Franco Quadri
e Valentina Valentini.