È noto che un commento è una cosa diversa da un apprezzamento valutativo, che mira a distribuire le luci e le ombre.

Il commento parte dal presupposto della classicità dei suoi testi e quindi, in qualche modo, da un pregiudizio. Si differenzia inoltre dalla valutazione per il fatto che si occupa esclusivamente della bellezzae del contenuto positivo del testo a cui si applica. Ed è una situazione proprio profondamente dialettica quella in cui viene a trovarsi questa forma arcaica, il commento, che è insieme una forma autoritaria, quando si pone al servizio di una poesia che, non soltanto non ha in sè nulla di arcaico, ma anche si oppone a ciò cui oggi viene riconosciuta autorità.
Questa situazione coincide con quella contemplata da una vecchia massima della dialettica: il superamento delle difficoltà mediante l'accumulazione delle stesse.
La difficoltà che qui va superata consiste nella difficoltà di leggere della lirica oggi. Non si potrebbe forse rimediare a questa difficoltà leggendo interamente questo testo quasi che si trattasse di un testo già variamente collaudato, appesantito da un contenuto di pensiero - in breve: di un testo classico? E non si potrebbe inoltre, afferrando il toro per le corna, e considerando la circostanza, che corrisponde esattamente alla difficoltà che oggi si oppone alla lettura della lirica: e cioé la difficoltà di scriverne - non si potrebbe sottoporre una raccolta odierna di poesia al tentativo di leggerla come un testo classico?

[1938]

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