Una
cultura superiore deve dare all'uomo un doppio cervello,
qualcosa come due camere cerebrali,una per
sentirci la scienza, un altra per sentirci la non scienza,
che stiano l'una accanto all'altra senza confusione
separabili, isolabili:Ë questa una esigenza di salute
(F.Nietzsche Umano Troppo Umano)
La transe ciberspaziale
di Leonardo Montecchi
Il nostro essere qui Ë una epifania, la manifestazione di un desiderio
che ha percorso il ciberspazio ed oggi ha trovato un piano di consistenza.da
questo piano possiamo pensare alla traettoria,alla linea di fuga che porta
a questo livello.
Le nostre navigazioni notturne,il nostro surfing sulla rete si Ë intrecciato
ed oggi proviamo a sfidare assieme la mareggiata.
Non ci Ë stato ordinato da nessuno di occuparci della rete, si potrebbe
essere importante ma la situazione quotidiana non lo permette. Non si
puÚ "giocare con il computer", bisogna produrre.
La coscienza quotidiana deve applicarsi alla realtý,solo alcuni devono
applicarsi ala comunicazione telematica, ma noi siamo dei fai-da-te,entraiamo
nel ciberspazio per vie laterali,nelle ore notturne aiutati da amici.
Scopriamo un'altra dimensione, navighiamo per ore diventando telefonate
che si spostano nello spazio virtuale.
Per questo parlo di dissociazione,non vi sembra che quando siamo seduti
al nostro tavolo e ci connettiamo con la rete il nostro essere un impulso,un
bit che attraversa siti,naviga in informazioni lontanissime e vicinissime
la nostra coscienza si dissoci?
Una parte dell'io Ë nella concatenazione occhio-mano-mouse-shermofreccina
o manina-oggetto virtuale evidenziato, una latra parte Ë proiettata nell'immagine,nel
testo,nella lettura nell'interpretazione.
Una dissociazione che proviamo anche quando guidiamo un'automobile e contemporaneamente
pensiamo alla festa che ci ha tanto divertito.Solo che il monitor Ë di
fronte a noi e pigiando sul mouse manovriamo il nostro dito virtuale sugli
oggetti di un mondo sconosciuto ed affascinante.siamo un pÚ dentro lo
specchio.
Questa linea di fuga dalla coscienza quotidiana produce una sensazione
di euforia, la coscienza del tempo si riduce,il surfing a volte puÚ durare
ore ed ore senza noia,gli oggetti virtuali si concatenano l'uno con l'altro
secondo la logica della fuga musicale.
Questo piano di virtualizzazione ci porta ad una immersione nella infosfera
e a volte genera una sensazione di smarrimento e di naufragio un nirvana
in cui ogni possibilitý di enunciazione collassa nell'oceano della mente
globale.
Questa capacitý attrattiva della mente globale (Kevin Kelly) Ë una fascinazione
ipnotica che dissolve le singolaritý in un magma informatico che si espande
illimitatamente.
Qui possiamo distinguere la tonalitý pink e quella dark.
Il pink vede in questo vorticoso processo di deterritorializzazione e
globalizzazione la costruzione di uno spazio del sapere in cui le informazioni
vengono scambiate senza gerarchie di potere (Pierre Levy).
Il dark segnala che l'espansione illimitata del ciberspazio si accompagna
con la riduzione del cibertempo e cioË con la diminuzione progressiva
della capacitý di elaborazione cosciente dell'informazione (Bifo).
Sembra proprio che la mente biologica non sia in grado di elaborare l'informazione
della mente globale e di tradurla in un sapere che Ë anche un saper fare,
un operare.
Possiamo pensare il magna di significanti che costituisce la mente globale
come l'intelletto attivo di AverroË, che aveva la forma di una intelligenza
collettiva e diventava attiva solo nel momento in cui il soggetto sceglieva
una pratica e cioË usciva dal virtuale per diventare reale.
Mi spiego meglio.Credo sia necessario distinguere tra informazione e sapere
e fra sapere e saper fare,il dominio di una informazione fine a se stessa
produce una situazione in cui tutti sanno tutto e nessuno sa niente.Ognuno
ormai ha informazioni su tutto: la terapia per il cancro, la soluzione
del problema droga,la nazionale di calcio, il disagio giovanile ed i turbamenti
della principessa Diana, ma nessuno sa nulla.nassuno sa pi˜ elaborare
queste informazioni.
RenË Kaes dice che le nuove forme del "Disagio della civiltý" mettono
in crisi la struttura e il funzionamento della vita psichica. Le identitý
proposte dal mondo virtuale non possono essere pi˜ elaborate dalla funzione
preconscia,la funzione alfa di Bion che permette lo sviluppo del pensiero
perciÚ si ha una dominanza di azioni senza pensiero di acting aut.
Siamo nel tempo della psicopatia o se preferite dei disturbi della personalitý.Non
c'Ë pi˜ tempo per il pensiero Ë sempre pi˜ difficile elaborare schemi
di riferimento concettuali e operativi (Pichon Riviere) che ci permettono
di operare nella realtý per cambiarla.
La dissociazione ciberspaziale puÚ portarci ad una transe di possessione
in cui il soggetto viene abitato da un altro che parla e fa agire un corpo
a lui estraneo.
Su questo piano Ë pi˜ facile capire chi ha pensato di lasciare "l'involucro
corporale" per dissolversi nella rete e trasferirsi sula cometa di Hale
Bop.
In fondo gli intellettuali hanno cercato e cercano l'immortalitý nelle
opere che si accumulavano e si accumulano nelle biblioteche nella biblioteca
di Alessandria o se volete nella biblioteca di babele di Borges.
Noi,credo,abbiamo imboccato una via di fuga da tutto ciÚ perchË ci siamo
incontrati nel gruppo virtuale della M list di psichiatria e li abbiamo
cominciato ad interagire,a produrre vincoli virtuali che hanno generato
una prima epifania cosÏ Lucilla Frattura nominÚ il nostro apparirci nel
castello di Montesegale.
Quei legami virtuali hanno prodotto un gruppo reale che si Ë visto toccato.
la sensazione Ë stata potente si era costituito un soggetto collettivo
di enunciazione.
Certamente se noi non saremmo capaci di moltiplicare i collettivi che
elaborano le informazioni e producono schemi di riferimento concettuali
e operativi sempre di pi˜ saremo agiti dall'esterno,determinati da una
mente globale,un super io o un sistema simbolico,come volete voi che toglie
tempo alle emozioni per porsi come capitale cognitivo prescrittore di
comportamenti adeguati alla sua valorizzazione.
Ma noi,oggi,sfuggiamo a questa determinazione,siamo in questa isola di
pirati ancora increduli che la navigazione nella rete possa produrre un
allargamento della coscienza, possiamo produrre senso e dunque saper fare
nella misura in cui saremmo in grado di moltiplicare i gruppi capaci di
elaborare le informazioni che circolano nella rete per questo formare
e non solo informare sarý la nostra parola d'ordine. Formare a che?
Ma certamente formare alla dissociazione, rendere possibile questa esaltante
modificazione della coscienza e considerarla una risorsa, non una patologia.
Per fare questo dobbiamo pensare alla transe sciamanica e cioË ad una
forma di dissociazione in cui si esce dalla consistenza corporea per diventare
altro e poi tornare con una espansione della coscienza. Apprendere a costruire
ponti sull'abisso questa Ë la sfida che ci lancia il concetto di dissociazione
strumentale di bleger, una identificazione ed allo stesso tempo una osservazione
di questa identificazione,un pensare e un sentire: un doppio cervello.
Del resto per tornare all'intelletto giý Aristotele distingue l'intelletto
potenziale e passivo che diventa tutte le cose dall'intelletto attivo
che ha la sostanza nell'atto.
Questo potrebbe significare che il ciberspazio ha il suo senso nel collegamento,nel
link con il reale con i corpi che trasformano l'informazione in sapere
e il sapere in saper fare.
Una trasformazione che richiede tempo,il tempo dell'emozione di pensare
il tempo per la prassi nel senso di Gramsci o del pragmaticismo di Peirce.
I soggetti di questa prassi sono i collettivi autonomi di enunciazione,siamo
noi quando pensiamo a proposte di formazione per navigare nella rete,siamo
noi quando scopriamo forme di comunicazine e di informazione orrizzontali,siamo
noi quando macchiniamo piani e livelli per liberare linee desideranti.
Meno male che oggi possiamo vederci e parlarci perche se la transe ciberspaziale
non producesse questo piano di consistenza si ridurrebbe ad una feticizzazione
dello strumento ad una nuona alienazione.
E' cosÏ anche per un'altra forma di transe che si produce nella nostra
epoca,sto parlando della transe metropolitana ossia la pratica del ballo
notturno con la musica tecno che ha preso il nome di rave party.anche
qui la danza notturna dell'identitý porta ad una dissociazione dello stato
di coscienza quotidiana nella dimensione del ballo nella musica si dissolve
il principium identificazionis di aristotele. Ma anche nell'ebbrezza dionisiaca
stiamo cercando il cogito di transe di cui parla Lapassade ossia: "due
camere cerebrali una per sentirci la scienza,un altra per sentirci la
non scienza".
Per questo con la scuola di prevenzione J.Bleger abbiamo costruito una
ricerca azione assieme alla compagnia giardini
pensili.
Stiamo osservando discoteche di tendenza,centri sociali e rave party e
produciamo uno spettacolo dalle baccanti di Euripide. la musica ci porta
di nuovo al nostro essere qui in questo stato di coscienza modificato
che Ë un'esigenza di salute.
Afferrate ora i timpani di Frigia,
inventati da Rea,la grande madre,
e da me insieme e affolatevi intorno
alla casa ove Penteo ha la sua reggia,
fateli risuonare, perchË tutta
corra a vedervi la cittý di Cadmo
Io andrÚ dalle baccanti nelle valli
del Citerone a unirmi ai loro cori
Le Baccanti Euripide