AFFRESCHI / DUE PORTE PER TEBE
di Roberto Paci Dalò
testo e video di Isabella Bordoni
"Sembra che il primo a fare della "plastica", o scultura in creta, fosse stato Butade, un vasaio di Sicione che lavorava a Corinto. Accadde infatti che sua figlia si fosse innamorata di un giovane: ma questi stava per recarsi lontano, e allora la ragazza tracciò sulla parte il profilo dell'amato, ricalcandolo sull'ombra proiettata dalla lucerna. Secondo Atenagora la fanciulla compì questa operazione mentre il giovane dormiva (quasi a 'rubargli' quella silhouette?). Il padre Butade, visto il disegno sul muro, ne ricavò un modello in argilla, che fece seccare poi con altri oggetti fittili e infine lasciò cuocere al forno. Dicono che quel ritratto si conservasse ancora nel Ninfeo di Corinto, fino al momento in cui Lucio Mummio distrusse la città. E questa fu l'origine della "plastica". (Maurizio Bettini)
Intrecciato al mito del vasaio appare il racconto del viaggiatore, dello straniero, "Dioniso, il dio che viene e che va in qualsiasi e da qualsiasi luogo, il dio 'atopos' che giunge a Tebe. "Dopo aver lasciato i campi ricchi di oro dei Lidi e dei Frigi, le piane soleggiate dei Persi, le mura battriane, la gelida terra dei Medi, l'Arabia felice e tutta l'Asia che si affaccia sul mare salato con le sue città dalle belle torri, piene di Greci e di Barbari misti insieme." E appare nello spettacolo la descrizione - una delle più straordinarie dell'intera letteratura classica - fatta dal messaggero che ha spiato le Baccanti sul monte Citerone.
Nel gioco delle correlazioni "arbitrarie" il giovane, ritratto da Butade, che sta per recarsi lontano è lo stesso Dioniso che si accinge al viaggio attraverso molti paesi. AFFRESCHI si colloca prima dell'inizio de le Baccanti di Euripide. In quel lasso di tempo che va dalla partenza all'arrivo a Tebe. E la sua storia si sovrappone alle infinite storie di viaggiatori dell'Asia centrale, visionari e sognatori ma anche costruttori e artigiani. Gli stessi artigiani - artisti della quotidianità - amati e cantati da Paradjanov. "Ho vissuto tutta la mia infanzia a Tbilisi, che è stata per me una sorta di Oxford. Bighellonavo per le strade guardando gli artigiani al lavoro per imparara i loro segreti: i cappellieri che creavano i loro modelli, i sarti, i tessitori, i tintori che tingevano il filato, i fornai che facevano il paneŠ La loro abilità diabolica faceva nascere in me una terribile gelosia e un senso di impotenza, dato che non potevo partecipare a quelle creazioni. È questa gelosia che mi ha spinto, una volta adulto, a scegliere una professione che mi permettesse di radunare tutti quei mestieri in uno solo". (Sergej Paradjanov)
Cantore di questa storia di viaggi è Il Restauratore - interpretato da Marcello Sambati - che a partire dal mito del vasaio Butade ci porta nel mondo mitico della rappresentazione, dell'ombra, dell'origine delle immagini e da lì nel viaggio dionisiaco.
E nelle Baccanti Penteo interroga lo straniero lidio su quel dio di cui il giovane si proclama missionario, la sua domanda traccia una linea di demarcazione netta tra forme contrapposte della visione: quella illusoria, irreale di colui che dorme e sogna; quella autentica, irrecusabile, dell'uomo sveglio, lucido, con gli occhi spalancati. "Questo dio - domanda - l'hai visto di notte [cioè in sogno] o con i tuoi propri occhi?" Horon horonta, risponde lo straniero: "vedendolo nell'atto di vedermi".
Affreschi, disegni, ombre, viaggi, mezzi di trasporto, stazioni, treni, colori e sapori. Tutto questo intrecciato in un'opera che si muove tra tradizione e modernità. Dove l'apporto tecnologico costituisce pratica drammaturgica alla pari degli altri elementi della scrittura scenica.
Tecnologie digitali e materiali drammaturgici
La scenografia è completamente digitale attraverso videoproiezioni basate su materiali live e pre-registrati (riprese effettuate tra Magna Grecia e Mitteleuropa e post-prodotte al FutureLab dell'Ars Electronica Center di Linz). Microtelecamere riprendono gli interpreti, le immagini vengono mixate in regia e rimandate su più schermi. Vengono utilizzati software interattivi - creati presso la Fondazione STEIM di Amsterdam - che permettono la gestione in diretta delle immagini . Fanno parte dei materiali anche i film d'animazione di Gianluigi Toccafondo uno tra i più innovativi autori italiani e disegni di Oreste Zevola che dal 1997 sta lavorando insieme alla compagnia su le Baccanti.
Internet
AFFRESCHI sarà presentato nel luglio 99 al Festival Inteatro di Polverigi.
AFFRESCHI è dedicato al regista Sergej Paradjanov (Tbilisi 1924 - Erevan 1990)
da Sergej Paradjanov e Euripide
Nessun altro testo comporta con un'insistenza paragonabile, e che si potrebbe dire quasi ossessiva, una tale profusione del vocabolario del vedere e del visibile. "
"in verità credo di vedere due soli e due città di Tebe" (Penteo)
Il testo originale di Isabella Bordoni si intreccia con frammenti in greco antico distribuiti grazie alla creazione di un ambiente acustico attorno al pubblico controllato via computer che si trova così immerso nei suoni dello spettacolo. Frammenti del testo originale in greco antico costituiscono la base per canzoni/lieder ispirate alla tradizione musicale di un'area tra Grecia, Armenia, Georgia e alle metriche di queste lingue. Voce cantante è quella di Katalin Gyenis (Budapest/Parigi) una delle stelle della musica tradizionale ungherese e balcanica. Con lei un quartetto d'archi dal vivo e suoni campionati e diffusi in tutto lo spazio del teatro.
Per la produzione è stato creato un sito on-line [ http://giardini.sm/projects/affreschi ] contenente le informazioni sullo spettacolo (immagini, testi, suoni). Dal sito è possibile scaricare - con qualità digitale - una delle canzoni dello spettacolo e anche fotografie.
Lo spettacolo è parte del 'Progetto Baccanti' - un'investigazione pluriennale di Isabella Bordoni e Roberto Paci Dalò sulle relazioni tra teatro e nuove tecnologie.