[ Progetto_Baccanti ]

Terzo principio. L'eterotopia ha il potere di giustapporre, in un unico luogo reale, diversi spazi, diversi luoghi che sono tra loro incompatibili. È così che il teatro realizza nel riquadro della scena tutta una serie di luoghi che sono estranei gli uni agli altri; è cosí che il cinema riesce a costituire una particolarissima sala rettangolare in fondo alla quale, su uno schermo a due dimensioni, si vede proiettato uno spazio a tre dimensioni; ma forse l'esempio più antico di queste eterotopie, in quanto forma di luoghi contraddittori, il più antico esempio è forse il giardino. Non bisogna dimenticare che il giardino, straordinaria creazione oramai millenaria, possedeva in Oriente dei significati molto profondi e sovrapposti. Il classico giardino dei persiani realizzava uno spazio sacro che doveva riunire all'interno del proprio rettangolo quattro sezioni che rappresentavano le quattro parti del mondo, e che a loro volta comprendevano uno spazio ancora più sacro degli altri, simile all'ombelico, il centro del mondo: nel centro del giardino (era lì che si trovavano la vasca e lo zampilo); e tutta la vegetazione doveva essere ripartita entro questo spazio, in questa specie di microcosmo. Quanto ai tappeti, in origine si trattava di riproduzioni di giardini (il giardino è un tappeto in cui il mondo intero ha appena realizzato la sua perfezione simbolica, e il tappeto è una sorta di giardino mobile che attraversa lo spazio). Il giardino è la più piccola particella del mondo ed è anche la totalità del mondo. Il giardino rappresenta fin dalla più remota antichità una sorta di eterotopia felice e universalizzante (da cui derivano i nostri giardini zoologici).

Michel Foucault
(Eterotopie, Milano 1994)

Approfondendo una serie di progetti realizzati negli ultimi anni, il Progetto_Baccanti investiga delle relazioni tra classicità del teatro e mondo digitale. Un lavoro che tiene conto di alcune parole chiave come: sampling, scanning, città, tragedia, spazio elettronico. La costruzione di spettacoli teatrali - ma anche installazioni e interventi nell'ambiente e negli spazi pubblici - che si relazionano con territori diversi del pensiero. Dove le tecnologie utilizzate concorrono costruire una drammaturgia fatta di profondo legame con la/e tradizione/i e innovazione continua data anche dall'espansione dei sistemi della comunicazione..
All'interno del progetto convivono quindi istanze apparentemente lontane ma che in realtà sono segni di un unico percorso elaborato come strategia del disorientamento. Per parlare di metodi è all'interno di Progetto_Baccanti che ad esempio un testo contemporaneo italiano basato sul testo di Euripide viene ritradotto in grico - il greco parlato nel Salento - campionato e ridistribuito in un ambiente acustico multicanale. Mentre scene elettroniche sono create a partire dall'uso sistematico in diretta di telecamere a infrarossi unitamente a preregistrati realizzati in luoghi particolari fortemente eterotopici. Immagini provenienti da web camera dislocate in giro per il mondo divengono anch'esse elementi di una scenografia digitale in continua mutazione per uno spettacolo che accadendo contemporaneamente in più luoghi fisici e elettronici si definisce per la sua mobilità, per il suo nomadismo.

Opere dove la percezione è alterata attraverso l'uso drammaturgico di informazioni subliminali (immagini, suoni). Dove il suono ha un'importanza centrale. Come dice Bill Viola: "il suono presenta una serie di qualità uniche se paragonato all'immagine: gira intorno agli angoli, attraversa le pareti, si può percepire simultaneamente nell'arco di 360 gradi intorno allo spettatore e giugne perfino a penetrare il corpo. (...) Quando mi resi conto che ci sono schemi di onde fissi e che esiste una struttura di riflessione e di rifrazione che è totalmente spaziale, una specie di architettura acustica in ogni spazio dato in cui sia presente il suono, e che esiste un contenuto sonoro, essenzialmente una singola nota o una frequenza risonante, latente in tutti gli spazi, allora sentii di aver individuato un nesso vitale fra il visibile e l'invisibile, fra un astratto fenomeno interiore e il mondo materiale esterno."