BLUE
STORIES
L'acqua
è importante e il ricordo che laggiù c'era qualcosa, per
alcuni millenni, che c'eravamo anche noi laggiù, per alcuni giorni.
Gli immensi sciami di moscerini che si nebulizzano in occhi, naso e
bocca, quelli andranno via. Con braccia possenti il Nilo trascinerà
giù tutto, lo prenderà dentro di sé, lo distruggerà,
lentamente, e io vorrei sporgermi ancora una volta dalla barca assieme
ai bambini e con pari destrezza attingere l'acqua con la mano, e berla,
un'acqua più buona di tutte le acque del mondo.
SCENA
4. VOCE
F.C.
Allora
sono andata nel deserto. La luce si è rovesciata sopra di me,
il vomito del cielo, comprensibile, un odore chiaro e caldo.
Il viaggio in corriera dura nove ore. Alla stazione militare di Hurghada, ancora niente in vista, ci sono acqua, narghilè, i trenta uomini in un accogliente spazio senza qui né altrove, sedie, tavoli, caffè, i trenta uomini escono di nuovo, fanno la coda nel lungo corridoio, sei ore prima erano fermi nel deserto, a venti metri dalla corrieran pensierosi, con le facce rivolte al deserto, trafficando imperturbabili con le loro djellaba o con i pigiami. Non
si può pensare, non si può pensare niente prima di essere
stati nel deserto. VOCE
F.C.
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