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Roberto Paci Dalò Il grande bianco
Trascendenza della Grande Guerra

Immaginiamo un rifugio sulle Alpi dove in una notte estiva si ritrova un gruppetto un po' particolare. Attorno al tavolo sono impegnati in una appassionata conversazione Morton Feldman, Bill Laswell e Burial che proprio quella sera hanno scoperto la meraviglia di un coro alpino e intendono sicuramente lavorarci insieme. Ecco cos'è Il grande bianco. Un incontro inaspettato tra questi mondi - apparentemente lontani - dove Roberto Paci Dalò trasfigura i materiali originali memore dei silenzi di Feldman, delle basse frequenze di Laswell, della grana della voce di Burial. Ispirazioni per creare qualcosa di radicalmente nuovo e antico allo stesso tempo. l canti della tradizione alpina – in particolare quelli legati all'epopea della Grande Guerra – vengono trasfigurati e ricomposti in un progetto contemporaneo dalla caratteristiche particolari. Si tratta quindi di una riflessione sulla Prima Guerra mondiale a partire da quello che l'autore ha individuato come uno degli elementi chiave dell'intero conflitto: il sentimento dell'attesa. Una guerra di trincea fatta sì di scontri cruenti ma allo stesso tempo di dilatazioni, silenzi, sospensioni. Per l'Italia il fronte principale sono state le Alpi dove permane nella memoria collettiva una mitologia della Grande Guerra. Un conflitto che ha còlto quasi tutti di sorpresa e provocato reazioni anche un po' particolari (cfr. le diserzioni di massa, fenomeno singolare e mai visto prima su questa scala). l materiali musicali di riferimento della composizione originale sono alcuni canti alpini (alcuni dei più belli e possibilmente meno conosciuti) che vengono completamente decostruiti e quindi ricostruiti per trasformarli in qualcosa di sorprendentemente diverso dall'originale. Dove la retorica è annullata per inoltrarsi piuttosto in un territorio ambientale rarefatto. Immaginiamo insomma un incontro tra un coro alpino e Morton Feldman dove i silenzi diventano quasi più importanti dei suoni stessi. E non è questo, in fondo, il riverbero della montagna? Una musica trascendentale che evoca gli spazi sospesi di notti terse dove anche i più piccoli suoni hanno luogo in un luogo piccolissimo e enorme allo stesso tempo. Dove la vastità è percepita attraverso il dettaglio. Il 27 settembre 2014 il Teatro Valli di Reggio Emilia sarà completamente ridisegnato per ospitare Il grande bianco in tutti i suoi spazi e trasformarlo in un dispositivo percettivo di dimensioni inusuali. Una macchina sensoriale che ospiterà il pubblico in un modo mai visto prima d'ora. Parallelamente alla performance, il progetto gemmerà durante il 2015 mostre, disegni, sculture, installazioni, dischi, lavori radiofonici e oratori.

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