Giardini Pensili

(anno 2000)

 

 



 

 

SHIR

di Roberto Paci Dalò

primo movimento da shir-hashirim (Cantico dei Cantici)

 

"Il mondo intero non vale il giorno in cui il Cantico fu dato a Israele, perché tutte le scritture sono sante, ma Il Cantico dei Cantici è santissimo"
Rabbi Aqibà



"Il mondo è diverso a seconda della lingua che lo nomina"
Marc-Alain Ouaknin



Penso a Shir come una prima approssimazione al Cantico. Avvio di un percorso che proseguirà in futuro con allestimenti/sezioni collegati tra di loro. Shir sarà seguito da un allestimento pieno di testo ma pronunciato da nessuno. Ora vedo Shir come un territorio popolata da un esercito fatto di un unico soldato che si prepara al combattimento ripetendo le parole. Dove la sua vestizione rincorre le lettere nei loro infiniti significati. In ebraico baciare (nashàq) comprende il senso di armarsi, di mordere e, con una semplice variante fonetica, di appiccicare il fuoco, incendiare. Il bacio (neshiqàh) è analogo a un'arma (nésheq). E mordere, lacerare, è nashàkh. Una mistica delle lettere in movimento con il pubblico al centro del campo di battaglia circondato da un ambiente acustico in permutazione. Fonemi, parole, sillabe sono la fonte della materia sonora di Shir. Nel buio iconoclasta fatto di luce nera risuonano parole che diventano a tratti frequenze quasi inaudibili. Lezioni di tenebre.

Queste parole sono rese architetture, tridimensionali fino a creare lo spazio acustico del luogo che è quindi la scena stessa. Non immagini costruiscono i suoi muri, ma reverberi infiniti, rifrazioni. E poiché il Cantico è libro infinito, non c'è pretesa alcuna di esaurire il proprio lavoro con un piccolo, umano, allestimento.
Si tratta infatti di un percorso lento, per approssimazione si avvicina al cuore del Cantico: il vuoto stesso. Il Cantico è vuoto. Non contiene niente. Non significa niente. Niente al di là della lettera, una canzone a due voci in cattiva copia, e tuttavia - rivelazione delle rivelazioni - immagine pura di Dio in quanto sterminato Nulla trascendente, lontananza di lontananze, di cui il vuoto, la nudità interna erotica, significata dal sesso muliebre, è tra le fiamme e la notte del mondo umano un anatomico bagliore, una porta di desiderio. Per questo, solo per questo, il Cantico è santo dei santi e Scrittura che brucia le mani.

Nel Cantico la violenza meravigliosamente riposa. Le sue metafore melliflue sono cresciute in un'oasi attorno alla quale si aggira l'ininterrotto horror Scripturae della nudité, rovina e vuoto. Nel Cantico la donna è vista come una città con mura e torri, come un giardino chiuso e una fontana sigillata, come un esercito a vessilli spiegati, come un gregge di capre, di pecore, come grano e vino, e profumi. Ha una sua vivida solidità e nello stesso tempo sembra sembra impregnare di sé città, esercito, ricchezze e gioielli, l'orizzonte pastorale e i frutteti con alberi di ogni tipo.

Il testo ama il proprio gioco, e indugia nel lento piacere di scoprire e di coprire nello stesso momento il suo oggetto. Se fosse stato più lungo, il Cantico sarebbe diventato, da impassibile, doloroso, come un piacere che oltrepassi il limite umano di sopportarlo. Per esprimere l'Assoluto in una visione umana gli è bastato questo arco breve. Ma colpisce la somiglianza delle sue parole coi gradi più alti del silenzio; è una musica cessata in ogni suo suono, che affiora come pura memoria. Non si può neppure dire, guardando più profondo, che è un libro breve, compreso tra una Shin e una Mem che quasi si toccano, come i suoi misteriosi Amanti, perché non ha veramente prncipio (inizia seguitando), non ha mezzo, non ha fine.

Dio nel Cantico non c'è, eppure Dio lo riempie. È poesia erotica il Cantico, eppure l'amore umano non ne è che l'ombra sul muro.Dio cerca Dio nel Cantico, ma Dio non può andare in cerca di se stesso.

- Roberto Paci Dalò, ottobre 2001

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SHIR
di Roberto Paci Dalò
da shir-hashirim
(Cantico dei Cantici)

con Roberto Latini

musica e acustica
Roberto Paci Dalò

voce ebraica
Alumà Kedar Mieli

luci

Gianni Staropoli

promozione e ufficio stampa
Debora Pietrobono

produzione

Giardini Pensil
Fortebraccio Teatroi
in collaborazione con
Residenza Magliano Sabina
ORF Kunstradio, Vienna

all'interno del progetto
Per antiche vie
Teatro di Roma, CRT MIlano,ETI

regia
Roberto Paci Dalò / Roberto Latini

a Irene


IL DIARIO dell'allestimento

 

Ascolta esempi dal Cantico dei Cantici interpretati da cantori delle diverse tradizioni:

Ashkenazita
Esempio (Cantico dei Cantici 2:1-5) eseguito dal cantore Bob Freedman

Sefardita
Esempio (Cantico dei Cantici 1:1-4) eseguito dal cantore Solomon Amzallay (Marocco)

Maronita
Esempio (Cantico dei Cantici 1:1-4) eseguito da due cantori yemeniti in Israele

Tutti gli esempi provengono dal sito di Jay Curry Treat

 

 


Note sullo sviluppo di SHIR

Grazie a: Rami Banin, Renato Fontana

info:
+39 348 2930262
lab@giardini.sm

distribuzione:
Fortebraccio Teatro
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Nelle fotografie: Roberto Latini

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di video da SHIR (realplayer)