Masseria Art Project
Roberto Paci Dalò
Il colore del melograno
La conferenza degli uccelli
due installazioni site-specific per la
Masseria Torre Coccaro a Savelletri
di Fasano - Brindisi, Puglia
inaugurazione: 28 maggio 2011, ore 20
Due interventi collegati tra di loro in entrambi i casi intervenendo sull'esistente. Un esistente che però attualmente non si nota nonostante sia a tutti visibile. Si tratta delle colombaie collocate sui tetti delle due masserie. Edifici diversi tra di loro e particolarmente interessanti sia per motivi estetici che storici. Una (doppia) opera pensata per creare spazi nuovi e antichi allo stesso tempo.
Viene qui realizzata l'installazione Il colore del melograno basata sulla colombaia a pianta quadrata. Un eccellente punto di osservazione che si intende trasformare in uno spazio sensoriale. Un osservatorio e pensatoio, un luogo per il raccoglimento allo stesso tempo interno ed esterno, privato e pubblico. Uno spazio sensoriale fatto di luce, profumi, cromatismo, ascolto evocando un mondo e uno sguardo a Oriente bizantino e transcaucasico.
Tramite l'apertura del soffitto la creazione di un cerchio che riquadra il cielo. Su una parete l'apertura di feritoie di forme diverse in grado di isolare porzioni di paesaggio.
Gli “scaffali” che un tempo ospitavano i colombi addestrati per il trasporto di dispacci, vengono trasformati in “classificatori” che contengono materiali preziosi quali olio, tessuti, flora. Le coltivazioni che circondano la torre forniscono i materiali stessi, in particolare il melograno.
Il pavimento vede un “tappeto” fatto di piastrelle appositamente disegnate e nelle quali il riferimento cromatico principale è il color porpora a evocare la tradizione armena. È creata una seduta per permettere soste ai viaggiatori. La collaborazione degli artigiani del territorio è fondamentale per la realizzazione dell'opera.
Il titolo è un omaggio esplicito al film Il colore del melograno conosciuto anche come Sayat-Nova. Il film è la biografia di Sayat-Nova, trovatore armeno del XVIII secolo e l'autore è uno dei più straordinari autori del cinema del secolo scorso: Sergej Paradjanov (1924-1990).
Come scrive Boghos Levon Zekiyan:
“La porpora nell'immaginario armeno si confonde coi miti delle origini. Nell'inno celebrante la nascita del Vahagn, il frammento più antico dei canti mitico-epici che ci siano giunti dall'Armenia, la porpora appare come immagine e forma dello spazio, quale eruzione dalle viscere degli abissi quasi elemento primordiale reggente le strutture cosmiche, epifania degli arcani delle genesi e palingenesi divine. Di essa si tingono cielo, e terra, e mare, del suo fuoco divampano i capelli, la barba e gli occhi del divinamente anziano fanciullo nascente. “Porpora”, in armeno tzirani (letteralmente color albicocco), etimologicamente legato all'albicocca mentre il frutto quasi un simbolo dell'Armenia persino nella denominazione scientifica, prunus armeniaca, anche per il sapore e il colore non comuni. (…) Mito e natura concorrono quindi a fare della “porpora” un caposaldo dell'immaginario armeno con svariate manifestazioni nell'arte, nella miniatura, nel folklore, nella liturgia con reciprochi influssi ed interscambi coi popoli e con le culture confinanti e oltre.(...) l'arabo Ibn-Hawkal arriverà a scrivere che la cosidetta merce armena, asnaf-al armanî, non ha pari nel mondo. (…) È proverbiale al riguardo il rosso delle melegrane armene, “rosso fuoco” nella favella popolare, i cui più ardenti esemplari crescono soprattutto a sud e ad est del lago Sevan sino alle alture del Karabagh, l'antica Artsakh. La melagrana, carica di valenze simboliche fin da remota antichità, in contesti sia orientali che occidentali, fum insieme all'uva (sia pure vista il più spesso in rapporto al vivido rosso di sangue), usata ed elaborata con particolare insistenza nell'arte medievale armena.”
– Boghos Levon Zekiyan, La porpora in Armenia tra mito, folklore, arte e religiosità: dall'Inno di Vahagn al bolo armeno (1996)
L'opera presso la colombaia di Torre Coccaro si ispira a La conferenza degli uccelli (Mantiqu 't-Tayr) testo canonico della letteratura sufi scritto da Farid al-Din Attar nel 1177.
La struttura a pianta ottagonale viene completamente svuotata e resa accessibile. Vengono create fessure nella pareti per consentire l'ingresso di sottili fasci di luce a tagliare l'oscurità. Un luogo intimo per ascoltare i suoni attorno. Sui tetti dei camini sono collocati uccelli realizzati in latta. Forme mobili e sonore che evocano un ritorno dei colombi che lì hanno abitato per molto tempo.
Farid al-Din Attar è considerato come uno dei maestri della letteratura iranica medievale ponendosi come il maggior esponente della letteratura sufista del tempo. Il sufismo (tasawuuf) è una dottrina religiosa speculativa, figlia di influenze esoteriche con un impulso influenzato prima di tutta dalle pratiche islamiche e indiane ma anche cristiane, zoroastriane e manichee.
Al centro dell'indagine spirituale di Attar si configura il tema del viaggio dell'anima dal suo distacco tra il mondo terreno delle certezze a quello puro e spirituale della ricerca. Protagonista di questa epopea, considerabile come una vera e propria summa del più raffinato e ricercato misticismo di un Islam esoterico, è un gruppo di uccelli unito in una conferenza voluta dal re Salomone al cospetto dell'Upupa. Un poema allegorico che descrive la ricerca degli uccelli (i Sufi) per il mitico Simorgh o Fenice, che desiderano eleggere loro re (Dio). Nella scena finale gli uccelli che sono sopravissuti al viaggio si avvicinano al trono contemplando i loro riflessi nel volto come specchio del Simorgh rendendosi conto di essere la stessa cosa.
solo 28 maggio 2011, ore 21
Ordan karmir
performance audio-video architetturale
di Roberto Paci Dalò
idea, immagini, musica: Roberto Paci Dalò
live video e mapping: Emanuele 14c0 Russo
voce campionata: Levon Zekiyan
ufficio stampa: Elena Bari / NewRelease
coproduzione: Giardini Pensili e Masseria Art Project
in collaborazione con Zoosafari Fasano
In occasione dell'opening della doppia installazione a Torre Coccaro e Torre Maizza viene presentata in prima assoluta e appositamente realizzata per Torre Coccaro la performance audio-video architetturale “Ordan karmir”.
L'ordan karmir era il colore immancabile, caratteristico dei tappeti e dei pregiati tessuti armeni, elogiato con accenti di stupore dagli storici arabi e da Marco Polo, ornamenti ricercati delle corti dei califfi nei domini della Mezza Luna e dei cesari sulle sponde del Corno d'Oro.
L'intera Masseria Torre Coccaro diventa superficie tridimensionale di proiezione dell'opera trasformando l'intero edificio – grazie a un mapping creato ad hoc – in un luogo trasfigurato dove tra i materiali video appaiono riprese effettuate dall'autore nel corso della sua residenza insieme a immagini astratte e l'irruzione del mondo animale grazie a riprese in alta definizione effettuate presso lo ZooSafari di Fasano.
Alcuni animali diventano quindi protagonisti (in scala 1:1) della performance creando un luogo straordinario ma paradossalmente costruito con immagini quotidiane e del luogo stesso.
La musica è un singolare incontro tra nuova elettronica, pulsazioni, loops, la voce campionata di Levon Zekiyan che interpreta frammenti di poesia armena e suoni arcaici (grazie all'utilizzo di clarinetto e clarinetto basso) che evocano direttamente la tradizione e la prassi esecutiva della tradizione armena. Musica legata alla trance, alla preghiera, a stati estatici. Un suono che grazie all'utilizzo delle frequenze più gravi e all'impatto acustico sia in grado di far risuonare l'edificio stesso come anche di penetrare nel corpo stesso del pubblico. È nell'incontro tra la potenza delle immagini e del suono che nasce questa performance dalle caratteristiche così particolari e da una forma irriproducibile altrove. Un'opportunità fuori dall'ordinario per tutti coloro che vorranno partecipare.
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ufficio stampa
Elena Bari
NewRelease
press@newrelease.it
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M +393289781241
Masseria Torre Coccaro
Contrada Coccaro
72015 Savelletri di Fasano (Brindisi)
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F +39 080 4827992
Diario giornaliero dell'allestimento
Roberto Paci Dalò è un'artista italiano che focalizza il suo lavoro su suono e disegno espandendoli in scultura, installazione, musica, film, performance e progetti collaborativi. Il suo lavoro è stato sostenuto, tra gli altri, da John Cage e Aleksandr Sokurov. È direttore artistico del gruppo Giardini Pensili col quale dirige e compone spettacoli di teatro-musica e opere radiofoniche presentati internazionalmente. Un pioniere nell'utilizzo di tecnologie digitali, presenta performance di live media nei principali luoghi della scena elettronica internazionale. Particolarmente interessato alle esplorazioni degli spazi urbani e progetti site-specific, ha ricevuto il premio Berliner Künstlerprogramm des DAAD ed è membro della Internationale Heiner Müller Gesellschaft di Berlino. Pubblicazioni recenti includono il libro “Millesuoni. Deleuze, Guattari e la musica elettronica” (Cronopio). Le sue opere sono state presentate in Europa, USA, Canada, America Latina, Medio Oriente, Russia, Africa in luoghi quali Kunsthalle Wien, Biennale di Venezia, Opera di Vienna, Ars Electronica Linz, Fundaciò Joan Mirò Barcelona, MaerzMusik Berlino, Locarno Film Festival, Museo Nitsch Napoli, Charlottenborg Copenhagen, Galleria Civica di Modena.
Progetti 2011 includono: opera site-specific per ArteFiera Art First Bologna (a cura di Julia Draganovic), progetto per Venezia in collaborazione con AIR Art International Radio New York, opera commissionata per mostra “Lo spazio del sacro” dalla Galleria Civica di Modena (a cura di Marco Pierini), mostra personale presso The Invisible Dog / Brooklyn NYC, Celeste Lab on-line and on-site project, “Black Sea Project” collaborazione con Soundwalk NYC, l'album “The Maya Effect” (insieme a Scanner / Robin Rimbaud, L'Arte dell'Ascolto), "The Williamsburg Bridge" radio work (RNE Ars Sonora. ORF Kunstradio, AIR NYC, Giardini Pensili). Paci Dalò è rappresentato da Galerie Mario Mazzoli Berlin. Vive e lavora a Berlino e Rimini con residenze a Vancouver.
Roberto Paci Dalò is an Italian artist and his work is focused on drawing and sound expanding these formats into sculpture, installation, music, film, performance, and collaborative projects. His work has been supported by John Cage and Aleksandr Sokurov, a.o.. Roberto is the artistic director of the Giardini Pensili group with whom he directs and composes music-theatre and radio works presented worldwide. A pioneer in the use of digital technologies he presents live media performances in the main venus of the the international electronic scene. He is particularly interested in urban explorations and site-specific projects, he has been recipient of the Berliner Künstlerprogramm des DAAD Fellowship and he's member of the Internationale Heiner Müller Gesellschaft. Recent publications include the book “Millesuoni. Deleuze, Guattari e la musica elettronica” (Cronopio). His work has been presented in Europa, USA, Canada, America Latina, Medio Oriente, Russia, Africa in venues like Kunsthalle Wien, Biennale di Venezia, Opera di Vienna, Ars Electronica Linz, Fundaciò Joan Mirò Barcelona, MaerzMusik Berlin, Locarno Film Festival, Museo Nitsch Napoli, Charlottenborg Copenhagen, Galleria Civica di Modena.
Projects 2011 include: site-specific work for ArteFiera Art First Bologna (curated by Julia Draganovic), project for Venezia (in collaboration with AIR Art International Radio New York), work commissioned for the show “Lo spazio del sacro” Galleria Civica di Modena (curated by Marco Pierini), solo show at The Invisible Dog - Brooklyn NYC, "Celeste Lab" New York, “Black Sea” collaboration with Soundwalk NYC, "The Maya Effect" record in collaboration with Scanner /Robin Rimbaud (L'Arte dell'Ascolto), "The Williamsburg Bridge" radio work (RNE Ars Sonora. ORF Kunstradio, AIR NYC, Giardini Pensili)Roberto's work is represented by Galerie Mario Mazzoli Berlin. Roberto lives and works in Berlin and Rimini with residencies in Vancouver B.C.
Giardini Pensili via S. Aquilina 23 - 47924 Rimini Italy - T +39 05 41 75 93 16 - dalo@giardini.sm - www.giardini.sm
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