Many Many Voices
by Roberto Paci Dalò & Isabella Bordoni
text by Isabella Bordoni
(1995)
Where my Heimat is?
Ich schlie§e die Augen. Ich šffne sie.
Es ist nicht dort, mein Wort.
Quello che qui si chiama mondo. Quello che qui si chiama mondo.
Mondo.
Poi, il cinghiale che già era si è sparpagliato in una poltiglia di
colore, il furore si è aggiunto al furore, bisognerebbe avere le parole
giuste per descrivere la scena di indelebili colori.
Girato verso destra sente il latrato dei cani e i tacchi sul marciapiede, ma
queste cose succedono a distanze diverse voglio dire a volume diverso, ovvero il
rumore di tacchi sul marciapiede è vicino mentre i cani sono lontani,
perchè così è di solito, cioè i latrati sono lontani
e il rumore è dappertutto chŽ non si potrebbe dire: eccolo qui il rumore
dei tacchi oppure: eccolo là , perchè il dappertutto non trova
posto da nessuna parte e la sa lunga sulla smania remota di dare un posto alle
cose!
Disposto in fronte a sŽ stesso è suono di carillon e locomotiva e poi
è percussione di unghie alla finestra e poi è un'esplosione di
papaveri l'avresti detto?
Disposto in fronte a sŽ stesso sente i cerchi allargarsi nell'acqua ed è
un rumore di fanghiglia e ferro, e molto altro ancora e poi basta,
avrà mani capienti allora ed orecchie addestrate all'ascolto.
Girato verso sinistra invece sente salire come un inno una vertigine di ilarità e sente sfogliare le pagine con le iniziali del nome e sente cadere una fede nuziale come cade, svelata, una frode, ma non per terra bensì in qualche dove, nel dove di dove occhi molto attenti riusciranno a guardare, quando? Nel quando di un quando che non è questo nè quello.
[traduzione finlandese]
Mme si tu t'arrte deux lignes balaffrent tes belles lèvres, le
savais-tu?
Et une autre te dessine de l'oeil à la lèvre un lit pour larmes que
l'on peut par la suite lècher d'un coup de langue et les angloutir, le
savais-tu?
et de mme cette pluie est pluie partout...
Et qu'entre l'intension du geste et le geste lui-mme il y a le temps que passe
la lame, le savais-tu? a couper les fils, a ellagner la substane de l'attente,
le savais-tu?
Saute sur un seul pied le demon de l'oublie, tente la mŽmoire avec une torsion de
la bouche.
Cette nuit j'ai retrouvŽ mon cheval. Il est entrŽ -la tte haute- dans mes rves
et je l'ai revu à midi sur la courbe de l'arc en ciel,
qu'est-ce que a voudra dire?
Je sais exactement qu'elle heure il est, a cet instant si j'ouvre la main
resplendissent sous le soleil les lignes comme la carte d'un trŽsor, si je la
ferme couleront sur son dos les rivièrs auxquelles j'appartiens, si je
l'ouvre tombent de petits coquillages et des grains de riz, si je la ferme serrŽe
le cri dans une lettre d'amour.
Purquoi voudrais-je rŽ-apprendre les question qui signifient stupeur et c'est
celà que je voudrais.
Si je l'ouvre tombent des epines de romarin sur l'armure de mon rival, si je la
ferme je la porte à mon oreille gauche pour qu'elle soit douce avec moi et
me concède l'abandon en une ultime berceuse.
[traduzione inglese]
[traduzione arabo]
Fatti illuminare, fino a dove non arrivano gli sprechi del guardare
nelle ore bagnate di quando la cecità ci duole.
Fammi tendere l'orecchio alla tua pancia,
fammi ascoltare il ricordo che porta
di quando si frantuma il tormento in spesse croste d'argilla.
Vorrei risillabare le parole
a spicchi:
agrumi che dissetano nell'ansia di prender forma. [reiterato]
La prima volta è stato lì: a contemplare gli amanti nello scambio
degli odori.
perchè il tempo - ripeteva- perchè il tempo il tempo
si conceda la dimenticanza.
Nella distanza tra la gola e il cuore si è sciolto il disincanto:
nè bava nè strazio nè parole soltanto, soltanto
uno scaltrissimo saluto.
Un saluto.
Bye-bye, bye-bye oppure hallo! Si fa così: con la mano destra o anche con
la sinistra la si porta in aria e la si apre e chiude.
Questo -pensa- questo è un giorno qualsiasi.
Questo -pensa- questo è il mio saluto alle cose, ecco vedi ora
alzo la mano e saluto,
mi accarezzo i capelli e saluto,
mi sfioro la pancia e saluto,
e saluto.
Tra Gerusalemme e Berlino ha salutato la nostalgia dei soprannomi,
qui, nella tregua disegnata dal tempo e al tempo destinata, dove la gola -dicono-
approda pacifica al perdono, saluta colei che è stata, bye-bye, saluta
colei che giunge ora.
qui
qui
qui
nella tregua disegnata dal tempo e al tempo destinata
dove la gola dicono approda pacifica al perdono
qui
qui
qui
saluta colei che è sempre stata
qui
qui
Where my Heimat is?
Meine Heimat ist in mein Kopf.
What my Heimat is?
I have my Heimat in my Ideas, in my head.
It's a light Heimat - do you know that?- I carried it every where.
It's a heavy Heimat - do you know that?- I forgot it every where.
My mother and my father - I know - they where looking for blue flowers
but blue flowers are not here
but blue flowers are not here.
Hay ni–as vestidas de azul
hay ni–as vestidas de azul
La mamma dice beati i semplici e guarda fuori dalla finestra. Ha una malinconia
che la succhia dal basso
per questo dice sempre che vuole andare sotto terra. Sotto terra ci dev'essere un
segreto come nell'isola del tesoro!
Ad ogni cambio di stagione va a cercare il mare. Diventa grande così. Lo
fanno in tanti! E lì, solo se autunno però, ci sono i rimpianti di
tutti, specialmente degli uomini ma anche quelli delle bestie perchè gli
uomini si portano dietro chi un cane chi un altro.
È nata con quel nonsochè che fa vedere in trasparenza le cose.
La condanna allo sguardo contro ogni volontà.
Eppure sei anni li passa ad aspettare dei passi nel giardino, un uomo che le
rinnovi la promessa per mantenere intatta una bugia.
Ancorata al suolo dal suo peso, cuce con lo stesso filo bottoni di malinconia
sulla metà vuota del letto.
Le lacrime le conserva per il bucato.
Ora
ora sua figlia le regala l'acqua,
la stringe tra le mani e gliela porta in dono.
Sua figlia si nasconde e ride. Lei la guarda dormire e le sussurra la mamma
è qui.
La mamma infatti è lì, guarda fuori dalla finestra e dice beati i
semplici.
Ah, se piange! Piange! Piange! Piange del medesimo sè.
Si gira, verso l'assoluto dell'uomo. Pensa ma non sa: va incontro all'
addormentato.
Scaglie di calce le smagliano le calze. Oh...
Le calze! Le calze!
Ora lo ricorda: ha scostato la tenda di pesante tessuto giallo ed ha aperto la
vetrata. Tutta la notte l'ha passata così, a guardare di tra gli occhi
bagnati appoggiarsi all'attesa ogni istante -nessuno era come lei- a indovinare
gli angoli delle piazze diventare strade e poi pareti -riderebbe l'addormentato-
a cadere giù plaff plafff lo sa lei che piange ahhh se piange! deve? che
malattia è mai quella lì tutta la notte aprire e chiudere la tenda
fino al mattino quando lui torna,
peccatore: sul torace porta inciso il segno della prima croce, sulle scarpe sulla
nuca e sulla pancia la memoria indiscussa di una pena esasperata e futile.
scrivo davanti a te, cervello mio!
Chiudo ghi occhi,
li apro
[traduzione finlandese]
Auch wenn Du stillstehst, ziehen zwei Striche Furchen durch Deine schšnen Lippen,
wu§test Du das?
Und ein andrer zeichnet von unter dem Auge bis zur Lippe ein Bett fŸr die Trþnen;
die man dann mit der Zunge lecken kann und dann herunterschlucken kann,
wu§test Du das?
Und auch jener Regen ist Regen Ÿberall;
es ist so, da§ die Zeit zwischen der Absicht einer Geste und der eigentlichen
Geste die Klinge streift - wu§test Du das? -
Anche se stai ferma due righe ti solcano le labbra belle lo sapevi? ed un'altra
ti disegna da sotto l'occhio al labbro un letto alle lacrime che dopo con la
lingua si possono leccare lo sapevi? e dopo inghiottire lo sapevi? lo sapevi?
e anche quella pioggia è pioggia dappertutto...
io so perfettamente che ora è. In quest'ora se apro la mano risplendono
sotto al sole le pieghe come la mappa di un tesoro, se la chiudo scorrono sul
dorso i rivoli a cui appartengo, se la apro cadono piccole conchiglie e chicchi
di riso, se la chiudo stringo il grido in una lettera d'amore.
Io so perfettamente che ora è.
Questa notte ho ritrovato il mio cavallo. È entrato nei miei sogni a testa
alta e l'ho rivisto a mezzogiorno sulla curva dell'arcobaleno, cosa vorrà
dire?
Io so perfettamente che ora è,
in quest'ora
in quest'ora se apro la mano risplendono sotto al sole le pieghe come la mappa di
un tesoro, se la chiudo scorrono sul dorso i rivoli a cui appartengo, se la apro
cadono piccole conchiglie e chicchi di riso, se la chiudo stringo il grido in una
lettera d'amore
Se la apro cadono aghi di rosmarino sulla corazza del mio rivale, se la chiudo se
la chiudo se la chiudo me la porto all'orecchio sinistro perchè sia
clemente con me e mi conceda l'abbandono in un'ultima ninna-nanna...
Oh!
se tu fossi qui uomo! vorrei asciugarti dalle scarpe ai capelli saltare a piedi
pari sul pavimento della cucina per la gioia di questa umiltà.
Io so perfettamente che ora è.
Il mio cavallo il mio cavallo.
Questa notte ho ritrovato il mio cavallo, è entrato a testa alta nei miei
sogni e l'ho rivisto a mezzogiorno sulla curva dell'arcobaleno.
Con una penna scura traccerò sul palmo della mano la via sicura che mi
porta da un paese a un altro, lungo le piazze e i mercati e gli odori, al confine
tra la terra e il mare. La mia circonferenza è qui, nella baia che
protegge quest'anima, se la protegge, dagli schizzi dell'oceano e dagli insulti
degli uomini, dal tempo-grande-divoratore, dalla memoria-piccola-ricompensa,
dall'amore straniero che appare e scompare, dall'amore domestico che non so, che
non oso.
Con una penna scura traccerò sul palmo della mano la via sicura che mi
riporta a casa, lì troverò granelli di sabbia e perle - bianco,
tutto è bianco - la ruga che ti increspa il sorriso è bianca e
salata - tutto è salato - i capelli crespi e salati, - tutto è
bianco e salato -.
Con una penna scura traccerò sul palmo della mano la via sicura che mi
riporta lontano...
Con una penna scura traccerò sul palmo della mano la via sicura che
trasporta il mio ricordo ad ora, nella menzogna legittima che fa della memoria il
mio pane più buono.
...il furore si è aggiunto al furore...
...bisognerebbe avere le parole giuste...
...poi il cinghiale che già era si è sparpagliato in una poltiglia
di
colore...
Hay ni–as vestidas de azul
Hanno portato cumuli di terra qui di fianco alla casa.
Abito qui una stanza di quattro pareti con un vestito chiaro.
E' un vestito bianco con striscie gialle di un giallo piacevole e calmo.
Ai bordi del vestito c'è pizzo
ai bordi della stanza c'è sole
ai bordi della vita una cornice.
Abito qui una stanza di quattro pareti con un vestito chiaro.
Ora sto esposta alla muffa del nord per poco più di ventiquattr'ore al
giorno.
Sporcizia e vento sono il corredo della mia beatitudine.
Gli anni sono sei sono sei, gli anni sono sei sei gli anni ...
Gli anni sono sei sei ma saranno presto ma saranno presto moltiplicati per
multipli per multipli di sei. Le mani aspettano un saluto e saranno presto
salutate. I ricci sono scuri e saranno presto denti stretti e carne da macello e
lacci alle caviglie.
Gli anni sono sei sono sei, gli anni sono sei sei gli anni ...
Gli anni sono sei sei ma saranno presto ma saranno presto moltiplicati per
multipli per multipli di sei. Le mani aspettano un saluto e saranno presto
salutate. I ricci sono scuri e saranno presto denti stretti e carne da macello e
lacci alle caviglie.
Mai più passerà quest'inverno
mai più mai più mai più
Ai bordi del vestito c'è pizzo
ai bordi della stanza c'è sole.
I sandali sono blu sono blu
I sandali sono blu
c'è una borsa di rafia che è rossa
Gli anni sono sei ma saranno presto ma saranno presto moltiplicati per multipli
per multipli di sei. Le mani aspettano un saluto e saranno presto salutate. I
ricci sono scuri e saranno presto denti stretti e carne da macello e lacci alle
caviglie.
Ai bordi del giardino un cancello, ai bordi della vita una cornice.
Sfoglio questa infanzia che mi porge pagine in chiaroscuro:
la felicità arriverà come un fardello.
Abito qui una stanza dipinta di chiaro che ha raccolto i colori dei fumi ...
Scrivo davanti a te cervello mio
cervello mio cervello mio
scrivo davanti a te cervello mio
calce viva di questa rara ebbrezza.
Davanti a me il mare. Seduto sullo scoglio più prossimo all'onda l'abito
aderisce perfettamente al suo corpo
da bravo animale
sa adempiere a un rito che immola carne ed ostia.
MANY MANY VOICES
© 1995 Isabella Bordoni/Roberto Paci Dalo'
HAUS DER KULTUREN DER WELT- Berlin, 29 gennaio 1995, live broadcast SFB -
Multikulti 4, ORF- Kunstradio ö 1, YLE - Helsinki