Many Many Voices

by Roberto Paci Dalò & Isabella Bordoni

text by Isabella Bordoni

(1995)








Where my Heimat is?
Meine Heimat ist in mein Kopf.
What my Heimat is?
I have my Heimat in my Ideas, in my head.
It's a light Heimat - do you know that?- I carried it every where.
It's a heavy Heimat - do you know that?- I forgot it every where.
My mother and my father - I know - they where looking for blue flowers
but blue flowers are not here
but blue flowers are not here.
There is not blue flowers but they believe in a miracle.
Blue flowers are behind the border, in my country in my land.
I carry a blue flowers in my head,
in my head is my home.
My language is my Heimat.
What is a border?
Border is artificial creation,
border is a economical creation,
border is a military creation,
what is the border?
border is something you can't express fast.
They said you have to cross back over the border
but blue flowers are not there anymore.
How do you say that
in my word is my blue dans ma parole c'est mon bleu nella mia parola è il mio blu in mein Wort ist mein blau en la mi palabra es el mi azul.
Ich schreibe vor Dir, mein Hirn!
Ich schreibe von hier aus, was meine Stellung ist.
Sie haben Erdhþufungen hier neben das Haus gebracht.
Ich bewohne hier, im wei§en Kleid, ein Zimmer mit vier Wþnden.
Es ist ein wei§es Kleid mit gelben Streifen, ein angenehmes und ruhiges Gelb.
Ich trage ein Band auf der Brust, eine kleine Schleife mitten auf der Brust.
An dem Saum des Kleides befinden sich Spitzen.
An den Enden des Zimmers ist Sonne.
Die Sandalen sind blau.
Das ist eine Basttasche, sie ist rot.
Sechs sind die Jahre,
aber sie werden bald um ein Vielfaches von Sechs ein Vielfaches von Sechs vervielfacht.
Die Hþnde warten auf einen Gru§ und werden bald gegrŸ§t werden.
Die Locken sind dunkel und werden bald zu zusammengebissenen Zþhnen und Schlacht-fleisch und Schlingen an den Fu§gelenken.
An den Enden des Gartens ein Tor.
An den Enden des Lebens ein Rahmen.
Ich blþttere durch diese Kindheit, die mir helldunkle Seiten reicht:
Das GlŸck wird wie eine BŸrde kommen.
Ich bewohne hier ein hellgestrichenes Zimmer,
das die DŸfte der Qualme gesammelt hat,
und der gebratene Fisch hinterlþ§t an den Wþnden ein Fett; das seit Jahren hþlt.
Ich sehe die Gegenwart.
Aber wie kšnnte ich ohne eine Mythologie leben?

Ich schlie§e die Augen. Ich šffne sie.
Es ist nicht dort, mein Wort.

Quello che qui si chiama mondo. Quello che qui si chiama mondo.
Mondo.

Poi, il cinghiale che già era si è sparpagliato in una poltiglia di colore, il furore si è aggiunto al furore, bisognerebbe avere le parole giuste per descrivere la scena di indelebili colori.
Girato verso destra sente il latrato dei cani e i tacchi sul marciapiede, ma queste cose succedono a distanze diverse voglio dire a volume diverso, ovvero il rumore di tacchi sul marciapiede è vicino mentre i cani sono lontani, perchè così è di solito, cioè i latrati sono lontani e il rumore è dappertutto chŽ non si potrebbe dire: eccolo qui il rumore dei tacchi oppure: eccolo là , perchè il dappertutto non trova posto da nessuna parte e la sa lunga sulla smania remota di dare un posto alle cose!

Disposto in fronte a sŽ stesso è suono di carillon e locomotiva e poi è percussione di unghie alla finestra e poi è un'esplosione di papaveri l'avresti detto?
Disposto in fronte a sŽ stesso sente i cerchi allargarsi nell'acqua ed è un rumore di fanghiglia e ferro, e molto altro ancora e poi basta,
avrà mani capienti allora ed orecchie addestrate all'ascolto.

Girato verso sinistra invece sente salire come un inno una vertigine di ilarità e sente sfogliare le pagine con le iniziali del nome e sente cadere una fede nuziale come cade, svelata, una frode, ma non per terra bensì in qualche dove, nel dove di dove occhi molto attenti riusciranno a guardare, quando? Nel quando di un quando che non è questo nè quello.

[traduzione finlandese]

Mme si tu t'arrte deux lignes balaffrent tes belles lèvres, le savais-tu? Et une autre te dessine de l'oeil à la lèvre un lit pour larmes que l'on peut par la suite lècher d'un coup de langue et les angloutir, le savais-tu? et de mme cette pluie est pluie partout...
Et qu'entre l'intension du geste et le geste lui-mme il y a le temps que passe la lame, le savais-tu? a couper les fils, a ellagner la substane de l'attente, le savais-tu? Saute sur un seul pied le demon de l'oublie, tente la mŽmoire avec une torsion de la bouche.
Cette nuit j'ai retrouvŽ mon cheval. Il est entrŽ -la tte haute- dans mes rves et je l'ai revu à midi sur la courbe de l'arc en ciel,
qu'est-ce que a voudra dire?
Je sais exactement qu'elle heure il est, a cet instant si j'ouvre la main resplendissent sous le soleil les lignes comme la carte d'un trŽsor, si je la ferme couleront sur son dos les rivièrs auxquelles j'appartiens, si je l'ouvre tombent de petits coquillages et des grains de riz, si je la ferme serrŽe le cri dans une lettre d'amour. Purquoi voudrais-je rŽ-apprendre les question qui signifient stupeur et c'est celà que je voudrais.
Si je l'ouvre tombent des epines de romarin sur l'armure de mon rival, si je la ferme je la porte à mon oreille gauche pour qu'elle soit douce avec moi et me concède l'abandon en une ultime berceuse.

[traduzione inglese]

[traduzione arabo]

Fatti illuminare, fino a dove non arrivano gli sprechi del guardare
nelle ore bagnate di quando la cecità ci duole.
Fammi tendere l'orecchio alla tua pancia,
fammi ascoltare il ricordo che porta
di quando si frantuma il tormento in spesse croste d'argilla.
Vorrei risillabare le parole
a spicchi:
agrumi che dissetano nell'ansia di prender forma. [reiterato]

La prima volta è stato lì: a contemplare gli amanti nello scambio degli odori.
perchè il tempo - ripeteva- perchè il tempo il tempo
si conceda la dimenticanza.
Nella distanza tra la gola e il cuore si è sciolto il disincanto: nè bava nè strazio nè parole soltanto, soltanto
uno scaltrissimo saluto.
Un saluto.
Bye-bye, bye-bye oppure hallo! Si fa così: con la mano destra o anche con la sinistra la si porta in aria e la si apre e chiude.
Questo -pensa- questo è un giorno qualsiasi.
Questo -pensa- questo è il mio saluto alle cose, ecco vedi ora
alzo la mano e saluto,
mi accarezzo i capelli e saluto,
mi sfioro la pancia e saluto,
e saluto.
Tra Gerusalemme e Berlino ha salutato la nostalgia dei soprannomi, qui, nella tregua disegnata dal tempo e al tempo destinata, dove la gola -dicono- approda pacifica al perdono, saluta colei che è stata, bye-bye, saluta colei che giunge ora.

qui
qui
qui
nella tregua disegnata dal tempo e al tempo destinata
dove la gola dicono approda pacifica al perdono
qui
qui
qui
saluta colei che è sempre stata
qui
qui

Where my Heimat is?
Meine Heimat ist in mein Kopf.
What my Heimat is?
I have my Heimat in my Ideas, in my head.
It's a light Heimat - do you know that?- I carried it every where.
It's a heavy Heimat - do you know that?- I forgot it every where.
My mother and my father - I know - they where looking for blue flowers
but blue flowers are not here
but blue flowers are not here.

Hay ni–as vestidas de azul
hay ni–as vestidas de azul
La mamma dice beati i semplici e guarda fuori dalla finestra. Ha una malinconia che la succhia dal basso
per questo dice sempre che vuole andare sotto terra. Sotto terra ci dev'essere un segreto come nell'isola del tesoro!
Ad ogni cambio di stagione va a cercare il mare. Diventa grande così. Lo fanno in tanti! E lì, solo se autunno però, ci sono i rimpianti di tutti, specialmente degli uomini ma anche quelli delle bestie perchè gli uomini si portano dietro chi un cane chi un altro.
È nata con quel nonsochè che fa vedere in trasparenza le cose.
La condanna allo sguardo contro ogni volontà.
Eppure sei anni li passa ad aspettare dei passi nel giardino, un uomo che le rinnovi la promessa per mantenere intatta una bugia.
Ancorata al suolo dal suo peso, cuce con lo stesso filo bottoni di malinconia sulla metà vuota del letto.
Le lacrime le conserva per il bucato.
Ora
ora sua figlia le regala l'acqua,
la stringe tra le mani e gliela porta in dono.
Sua figlia si nasconde e ride. Lei la guarda dormire e le sussurra la mamma è qui.
La mamma infatti è lì, guarda fuori dalla finestra e dice beati i semplici.

Ah, se piange! Piange! Piange! Piange del medesimo sè.
Si gira, verso l'assoluto dell'uomo. Pensa ma non sa: va incontro all' addormentato.
Scaglie di calce le smagliano le calze. Oh...
Le calze! Le calze!
Ora lo ricorda: ha scostato la tenda di pesante tessuto giallo ed ha aperto la vetrata. Tutta la notte l'ha passata così, a guardare di tra gli occhi bagnati appoggiarsi all'attesa ogni istante -nessuno era come lei- a indovinare gli angoli delle piazze diventare strade e poi pareti -riderebbe l'addormentato- a cadere giù plaff plafff lo sa lei che piange ahhh se piange! deve? che malattia è mai quella lì tutta la notte aprire e chiudere la tenda fino al mattino quando lui torna, peccatore: sul torace porta inciso il segno della prima croce, sulle scarpe sulla nuca e sulla pancia la memoria indiscussa di una pena esasperata e futile.

scrivo davanti a te, cervello mio!
Chiudo ghi occhi,
li apro

[traduzione finlandese]

Auch wenn Du stillstehst, ziehen zwei Striche Furchen durch Deine schšnen Lippen, wu§test Du das?
Und ein andrer zeichnet von unter dem Auge bis zur Lippe ein Bett fŸr die Trþnen; die man dann mit der Zunge lecken kann und dann herunterschlucken kann, wu§test Du das?
Und auch jener Regen ist Regen Ÿberall;
es ist so, da§ die Zeit zwischen der Absicht einer Geste und der eigentlichen Geste die Klinge streift - wu§test Du das? -

Anche se stai ferma due righe ti solcano le labbra belle lo sapevi? ed un'altra ti disegna da sotto l'occhio al labbro un letto alle lacrime che dopo con la lingua si possono leccare lo sapevi? e dopo inghiottire lo sapevi? lo sapevi?
e anche quella pioggia è pioggia dappertutto...
io so perfettamente che ora è. In quest'ora se apro la mano risplendono sotto al sole le pieghe come la mappa di un tesoro, se la chiudo scorrono sul dorso i rivoli a cui appartengo, se la apro cadono piccole conchiglie e chicchi di riso, se la chiudo stringo il grido in una lettera d'amore.
Io so perfettamente che ora è.
Questa notte ho ritrovato il mio cavallo. È entrato nei miei sogni a testa alta e l'ho rivisto a mezzogiorno sulla curva dell'arcobaleno, cosa vorrà dire?
Io so perfettamente che ora è,
in quest'ora
in quest'ora se apro la mano risplendono sotto al sole le pieghe come la mappa di un tesoro, se la chiudo scorrono sul dorso i rivoli a cui appartengo, se la apro cadono piccole conchiglie e chicchi di riso, se la chiudo stringo il grido in una lettera d'amore

Se la apro cadono aghi di rosmarino sulla corazza del mio rivale, se la chiudo se la chiudo se la chiudo me la porto all'orecchio sinistro perchè sia clemente con me e mi conceda l'abbandono in un'ultima ninna-nanna...
Oh!
se tu fossi qui uomo! vorrei asciugarti dalle scarpe ai capelli saltare a piedi pari sul pavimento della cucina per la gioia di questa umiltà.
Io so perfettamente che ora è.
Il mio cavallo il mio cavallo.
Questa notte ho ritrovato il mio cavallo, è entrato a testa alta nei miei sogni e l'ho rivisto a mezzogiorno sulla curva dell'arcobaleno.
Con una penna scura traccerò sul palmo della mano la via sicura che mi porta da un paese a un altro, lungo le piazze e i mercati e gli odori, al confine tra la terra e il mare. La mia circonferenza è qui, nella baia che protegge quest'anima, se la protegge, dagli schizzi dell'oceano e dagli insulti degli uomini, dal tempo-grande-divoratore, dalla memoria-piccola-ricompensa, dall'amore straniero che appare e scompare, dall'amore domestico che non so, che non oso.
Con una penna scura traccerò sul palmo della mano la via sicura che mi riporta a casa, lì troverò granelli di sabbia e perle - bianco, tutto è bianco - la ruga che ti increspa il sorriso è bianca e salata - tutto è salato - i capelli crespi e salati, - tutto è bianco e salato -.
Con una penna scura traccerò sul palmo della mano la via sicura che mi riporta lontano...
Con una penna scura traccerò sul palmo della mano la via sicura che trasporta il mio ricordo ad ora, nella menzogna legittima che fa della memoria il mio pane più buono.

...il furore si è aggiunto al furore...
...bisognerebbe avere le parole giuste...
...poi il cinghiale che già era si è sparpagliato in una poltiglia di colore...

Hay ni–as vestidas de azul

Hanno portato cumuli di terra qui di fianco alla casa.
Abito qui una stanza di quattro pareti con un vestito chiaro.
E' un vestito bianco con striscie gialle di un giallo piacevole e calmo.
Ai bordi del vestito c'è pizzo
ai bordi della stanza c'è sole
ai bordi della vita una cornice.
Abito qui una stanza di quattro pareti con un vestito chiaro.
Ora sto esposta alla muffa del nord per poco più di ventiquattr'ore al giorno. Sporcizia e vento sono il corredo della mia beatitudine.
Gli anni sono sei sono sei, gli anni sono sei sei gli anni ...
Gli anni sono sei sei ma saranno presto ma saranno presto moltiplicati per multipli per multipli di sei. Le mani aspettano un saluto e saranno presto salutate. I ricci sono scuri e saranno presto denti stretti e carne da macello e lacci alle caviglie.
Gli anni sono sei sono sei, gli anni sono sei sei gli anni ...
Gli anni sono sei sei ma saranno presto ma saranno presto moltiplicati per multipli per multipli di sei. Le mani aspettano un saluto e saranno presto salutate. I ricci sono scuri e saranno presto denti stretti e carne da macello e lacci alle caviglie.
Mai più passerà quest'inverno
mai più mai più mai più
Ai bordi del vestito c'è pizzo
ai bordi della stanza c'è sole.
I sandali sono blu sono blu
I sandali sono blu
c'è una borsa di rafia che è rossa
Gli anni sono sei ma saranno presto ma saranno presto moltiplicati per multipli per multipli di sei. Le mani aspettano un saluto e saranno presto salutate. I ricci sono scuri e saranno presto denti stretti e carne da macello e lacci alle caviglie.
Ai bordi del giardino un cancello, ai bordi della vita una cornice.
Sfoglio questa infanzia che mi porge pagine in chiaroscuro:
la felicità arriverà come un fardello.
Abito qui una stanza dipinta di chiaro che ha raccolto i colori dei fumi ...
Scrivo davanti a te cervello mio
cervello mio cervello mio
scrivo davanti a te cervello mio
calce viva di questa rara ebbrezza.
Davanti a me il mare. Seduto sullo scoglio più prossimo all'onda l'abito aderisce perfettamente al suo corpo
da bravo animale
sa adempiere a un rito che immola carne ed ostia.

MANY MANY VOICES © 1995 Isabella Bordoni/Roberto Paci Dalo'
HAUS DER KULTUREN DER WELT- Berlin, 29 gennaio 1995, live broadcast SFB - Multikulti 4, ORF- Kunstradio ö 1, YLE - Helsinki

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