ROBERTO 
            PACI DALÒ
            FEEDBACKS
            
            
            ............in two worlDs roberto
            .................one of nAture 
            the other the musicaL 
            ..............................One
            John Cage
            
"... The most important thing is that everything works for the music. Music indefinitely simple and beautiful. This is an opera for me! An indefintely simple, beautiful, and serious opera!"
(about "Auroras", Berlin Hebbel-Theater)
Giya Kancheli
          “Roberto Paci Dalò’s concert at the Experimental Intermedia (NYC) was a surprise and a pleasure for me. 
            His attention to details is exactly what we need right now. The concert was a wonderful example in the nuances intonation and in the representation of the clarinet as a solo instrument and in the joining of music to words”.
              Robert Ashley
          I enjoyed your music very much and wish you 
              great success in your future projects. with best regards and much 
              respect,
            John Zorn 
            
            ...if the new multimedia is going anywhere 
                  at all, Paci Dalò's "Animalie" is leading the way, 
                  a truly great show!!!!" 
            Alvin Curran
           
            "Ainsi 
              qu'avec Roberto Paci Dalò un jeune compositeur qui signe 
              la très belle musiques"
              Jean-Marc Adolphe, l'Humanité
              
"With these means riduced to the minimum, Isabella Bordoni 
              and Roberto Paci Dalò have produced a very high quality performance, 
              proposing once again the modern myth of the total work of art"
              Filiberto Menna, Paese Sera
              
"Roberto Paci Dalò used this sculpture as percussion 
              material in a combination of songs, which were extraordinary because 
              of the reflection of their echoes among the steel chamber. This 
              was a wonderful example of the effect one artistic endeavor can 
              have upon another"
              Carl Djerassi, The Commonwealth
            "With 
              his clarinet, Dalò has introduced each of the four songs 
              not according to the rules of a simple accompaniment, but intervening 
              with them as a diligent interlocutor, extraordinary sharing and 
              accomplice."
              Giulia Vannoni, Il Ponte
              
"The surprise of this festival might be the Italian clarinet 
              virtuoso Roberto Paci Dalò who - performing with his trio 
              Xeno - combined Jewish and Mediterranean music with improvisation 
              and minimalistic elements. At the beginning one could still feel 
              the tension and excitement while after the concert one couldn't 
              stop anymore and together with the original Lucky ("you don't 
              have to clap, just give me another beer") from Ulrichsberg 
              he proofed his unending repertoire from working songs such as Avanti 
              popolo until the Internazionale"
              Wolf Kampmann, Jazzthezik
              
"It is as we entry in a sideral space and the sound effects 
              by Roberto Paci Dalò, coming from absolutely original instruments, 
              contribute to make more tangible the first sensation"
              Antonella Marrone, l'Unità
              
"Elle forment des partitions rigoureuses et esthetisée 
              que Roberto Paci Dalò colore avec ses improvisations legerese, 
              sereines et ambientes (...) a vrai dire, une vrai meraville"
              osk, De Gentenaar
              
"A metallic sound of tubular bells proceeds and propagates 
              in the darkness: it is the beginning of this peculiar sound action 
              which will take us from distant horizont outlined by John Cage or 
              Mauricio Kagel to the front of newness (...) this interlacement 
              of sound and word elements is successful"
              Enzo Restagno, Stampa Sera
              
"With the backing of some really wonderful music by Roberto 
              Paci Dalò"
              Bernadette Bonis, Ballett International
              
"Si sono distinti il barbagliante minimal-melodismo di curiosa 
              ispirazione sarda, fuso con acrobatica bravura da Roberto Paci Dalò 
              in Nodas [Kronos Quartet presentation in Milan]
              Angelo Foletto, la Repubblica
              
"A very good choice was Roberto Paci Dalò, a clarinetist 
              from Italy, who added to the play in the ensemble so beautifully 
              Sardinian, Corsica and Yiddish elements"
              Werner Urtlauf, Neues Volksblatt
           
          In 
            un panorama tanto piatto, si staglia netto e nitido Petroléo 
            México di Roberto Paci Dalò, perché è 
            organico, ha una struttura riconoscibile, una continua tensione sonora 
            che obbliga collettivamente a un ascolto attivo, solidità coerente 
            e densa di suoni messicani nonché una rumoristica preleveta 
            dal vivo, giudiziosamente filtrata della mano sapiente del direttore 
            d’orchestra che non si sbraccia più ma calibra l’opera 
            attraverso minimi movimenti alla console, per un insieme piacevole 
            all’orecchio e alla vista perché ci sono immagini registrate 
            ad hoc, altre vengono mixate via internet da Vancouver e interagiscono 
            con quelle di Messico, rigorosamente non a colori, scelta quanto mai 
            azzeccata questa del bianco-nero, perché nell’oscurità 
            del teatro stracolmo, quello schermo in chiaroscuro sembra un mare 
            di notte (di note?) in movimento, un inquieto agitarsi di ombre cinesi... 
            segue 
            Enzo Minarelli
            Juliet, december 2004-january 2005
            
            
            Giardini 
            Pensili ha il merito insieme a Carmelo Bene di sperimentare sulle 
            frontiere dell'arte e questa è una cosa molto importante perché 
            essere musicisti facendo gli attori e viceversa, essere drammaturghi 
            in assenza del melodramma, che un tempo legava le due cose crea potenza. 
            Come Carmelo Bene crea musica col sottofondo di Verdi, con il primo 
            violino di un'altra Traviata ancora o la Callas che canta... 
            Giardini Pensili ha questa forza che, agendo fra due arti e anzi in 
            generale fra le arti, è esperta del vuoto. Le arti si parlano 
            ‚ e questo è molto difficile ‚ a partire dalla 
            loro zona di vuoto. Questa è la questione perchè in 
            definitiva il conflitto tra Penteo e Dioniso è il conflitto 
            del vuoto. Di che cosa c'è dopo. E i greci immaginavano la 
            mente come uno spazio vuoto. Per questo l'architettura del teatro 
            assomiglia a quella del cervello. È un'ipotesi azzardata però 
            io credo che veramente la mente sia il sole nero del tempo della grecità. 
            Non a caso i barbari erano quelli della mente selvaggia. Non credo 
            che fosse più selvaggia di Euripide quando scrive queste cose...
            Claudio Meldolesi
            
            Conosco Roberto Paci Dalò per i suoi numerosi progetti radiofonici, 
            nati dal connubio con Isabella Bordoni sotto la sigla comune di Giardini 
            Pensili, a cui Audiobox ha spesso cercato di dare risonanza. La complessità 
            progettuale di questi radioworks riusciva, sempre, da La Natura Ama 
            Nascondersi a La lunga notte dal Combattimento tra Marsia e Apollo 
            (in combutta con Jon Rose) a Lost Memories a sciogliersi nel canto; 
            la linea sonora, incrinata, sospesa, frammentata, trovava, per certe 
            strane forme di attrazione o per una esuberanza magnetica, la via 
            di un lirismo nè solipsistico nè fanfarone ma, non saprei 
            definirlo meglio, organico e unitario. Poi un giorno ci viene a trovare 
            portandoci un’altra cosa: Xeno. Un pugno di canzoni, un trio 
            di musicisti, clarinetti, fisarmonica e violino. Ebbene: Xeno suona. 
            Gli strumenti fanno il loro lavoro, non si dicono o si eludono (con 
            procedimenti fin troppo di maniera in tanta musica improvvisata), 
            non balbettano nè mimano suoni che avrebbero potuto essere. 
            Le linee melodiche si incrociano e si intersecano, talvolta tengono 
            bordone, talvolta scendono piste diverse, poi si rincontrano, virano 
            o si lanciano in improvvisi unisoni; si riconoscono echi di ballate 
            popolari come di certe melodie di Messiaen di Ligeti, chiamano intorno 
            a un fuoco comune o a passeggiate solitarie da ubriaco. Roberto la 
            chiama musica colta ballabile. Non sfugge il fatto che non commette 
            l’errore di dichiararla, al contrario, musica popolare colta, 
            come cercano di fare quelli che portano il canto popolare in museali 
            sale da concerto a pietire una dignità che non a caso (grazie 
            al cielo?) gli è stata sempre negata; Roberto sa, orgogliosamente, 
            di essere un compositore, può finanche vantare un’estrazione 
            colta, ma riesce perfettamente nell’impresa di dare suono, sangue, 
            nervi e pelle, insomma ritmo, a questa musica.
            Pino Saulo