Nata
a Leningrado, Alexandra Petrova ha vissuto a lungo in Israele
e dal 1999 risiede in Italia. Oltre a numerose collaborazioni
con varie e qualificate riviste italiane e straniere, ha pubblicato
nel 1994 la raccolta poetica 'Linia otriva' (Punto di distacco)
e nel 2000 il libro di prose e poesie 'Vib na djitelstvo' (Permesso
di vivere o Permesso di soggiorno, o anche Vedute sull'esistenza),
"short list" del "Premio Andrej Belyj" delle
edizioni NLO.
È del 2003 l'operetta filosofica in dieci scene 'I pastori
di Dolly'. Oltre che in italiano (una trentina di poesie sono
uscite sulla rivista Poesia nel numero di dicembre 2002 che le
ha anche dedicato la copertina; nel 2003 numerose sue poesie sono
state tradotte nell'antologia 'La nuova poesia russa'), i suoi
testi sono stati tradotti in ebraico, inglese, slovacco, portoghese
e cinese.
'Altri
fuochi', la sua ultima raccolta di poesie, è stata pubblicata
da Crocetti nel 2005.
TESTI
Ai
non addetti
(Sud, rivista europea, 4/5 - 2005)
I ponti di Gerusalemme
(Parzialmente pubblicato in Liberazione, 9.10.2005)
Russia, mammina cieca
di Vito Riviello
(Poesia,167, dicembre 2002)
Introduzione
di Stephanie Sandler
(dal 'Altri fuochi', Crocetti 2005)
Visita
la pagina di Alexandra Petrova nel
sito Vavilon
(contiene testi e fotografie).
...Alexandra
Petrova, poetessa leningradese che vive in Italia, ha letto
i suoi versi in lingua russa, incantando la platea...
Adriano Padua. L'Unità, 17 ottobre 2005
CALENDARIO
2007
Andrews, Scozia, 16 marzo
"Stanza Festival", Scotland's Poetry Festival 2007
http://www.stanzapoetry.org
"Pushkin club", London 13 marzo
http://www.pushkinclub.org.uk
2006
OGI, "Kulturnaia Iniziativa", lettura personale, Mosca, dicembre 2006
Knigi i kofe, lettura personale, San Pietroburgo, dicembre 2006
XIII biennale di poesia di Alessandria, novembre 2006 Trieste, giugno 2006
Residenze estive 2006, Incontri di poesia e scrittura a Trieste e nel Friuli Venezia Giulia,
Cesenatico (FC)
Settimana della poesia Europea Bertinoro, luglio 2006
Festival di Castelbasso, progetto cultura Castelbasso, luglio 2006
Topolò (Udine)
XIII Stazione di Topolò_Postaja Topolove
Italia, luglio, 2006
25.5.2006
ALTRI FUOCHI
Roma, Punto Einaudi, Palazzo Medici Clarelli,
via Giulia 81, ore 21
e con Roberto Paci Dalò (live set) e Daniele Griggio (attore)
15.12.05 Bologna, Le Scuderie, piazza Verdi 2
ALTRI FUOCHI
14.10.05 Bolzano
7.10.05 Monfalcone Absolute
Poetry Festival
ALTRI
FUOCHI
di e con Alexandra Petrova
e Roberto Paci Dalò
Basata sull'omonimo libro edito da Crocetti, una performance
dove le parole di Petrova incontrano i suoni di Paci Dalò. Un'avventura tra lingue (russa e italiana) e elettronica
innovativa. Un viaggio al centro della parola. Produzione Giardini Pensili.
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©
2005 Alexandra Petrova
(p) 2005 Giardini Pensili |
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E
allora come mai che prima si sentiva
e adesso più niente?
Il macchinista gira
il macchinista oscura
il nastro bianco sporco.
Nel giardino del sangue
sono entrati in massa
corpuscoli inopportuni.
Ah fermati, portami con te
bella libellula.
Insieme, in elicottero
scuciremo i confini di questa carne,
che rimanga adesso fredda nel passaggio.
Su, su
psicuccia, psichina. E ora che c'è?
Vola! |
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Un movimento tellurico scombina le parole di questa breve, lancinante
(esilarante?, anche) opera teatrale di Alexandra Petrova. La terra
trema (sempre) e da sempre è instabile, da sempre lascia
emergere quello che si cerca di trattenere (il diavolo, ovviamente).
Ho pensato, leggendo queste pagine sulfuree e pervase da una follia
lucida, elegiaca, a Bulgakov (quello del Maestro certamente, ma
anche al Bulgakov delle Uova fatali), a Gogol e a Charms, al modo
tutto speciale che hanno i russi di trattare lo sconcerto, ma
anche a Buñuel e più ancora, forse improbabilmente,
cercando altrove dalla letteratura e dal cinema, muse consacrate,
ai Chemical Brothers e a Aphex Twin, alle loro visioni epocali
di mutazione terminale. Alexandra Petrova lascia che il simbolo
“lampeggi”, ci
atterrisca indeterminato nelle “personae” (nel senso
etimologico di maschere) della sua operetta, nella dolcezza sinistra
di un belato (ancora, il Buñuel di Simon del deserto) che
muta e alla fine (Aphex Twin, Come to daddy) dilaga sotterraneo,
trionfa. È una comicità tagliante, quella di Alexandra,
“sfasata” nella disfatta dei personaggi, nel loro
meccanico aprire orizzonti che subito si richiudono, nel ritmo
della più grande poesia.
- Aldo Nove
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